Un anno nero per “Il Commissario Montalbano”: dopo la morte di Andrea Camilleri (17 Luglio scorso), oggi si è spento Alberto Sironi.

Sironi, 79 anni, regista della nota fiction RAI, ha trasformato gli scritti di Camilleri in immagini.

Lombardo di Busto Arsizio, in provincia di Varese, anche dalla fredda e asettica Brianza non ha mai fatto mistero del suo amore per la Sicilia barocca che, per vent’anni ha frequentato assieme al suo amico attore Luca Zingaretti.

Scicli, Modica, Ragusa, Santa Croce Camerina, le piccole frazioni balneari Donnalucata, Sampieri, Pisciotto, Punta Secca, ecc., tutti posti che il regista è andato a scovare, a scoprire e a portare in TV. Tanti luoghi, palazzi, ville, un elenco che potrebbe risultare molto lungo, a testimoniare un patrimonio d’arte che le “terre iblee” custodiscono da sempre e che Alberto Sironi ha rivelato, scegliendole come location per i numerosi episodi con protagonista Montalbano. Sironi ha creato un legame magico e indissolubile tra la nostra terra e Montalbano e lo ha fatto da maestro qual è, lasciando parlare i luoghi, che sembrano cuciti addosso al funzionario di polizia più amato dagli italiani.

Come ha ricordato Sironi, subito dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria dall’allora sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, nel 2015, “Montalbano ha dato tanto a questa terra, ma anche questa terra ha dato molto a Montalbano”.

A Sironi nel 2010 era stato conferito il “Premio Scicli”, con la seguente motivazione: “L’amata serie televisiva del Commissario Montalbano ha proiettato Scicli sullo schermo internazionale attraverso lo sguardo sapiente e innamorato di un uomo che ha saputo dare corpo, anima e sentimento alla Vigata virtuale nella quale indaga, opera, soffre e ama l’investigatore più popolare del cinema contemporaneo.

Alberto Sironi ha reinventato la Sicilia con la sua magica macchina da presa. Ha captato le sue atmosfere più segrete, più oniriche nella descrizione fiabesca dei suoi capricci barocchi e l’ha restituita irriconoscibile e bella ai nostri occhi abituati e distratti.

Già Luchino Visconti aveva saputo penetrare l’animo siciliano con visione d’esteta. La stessa con la quale Sironi ha guardato il paesaggio del Sudest siciliano.

La magia unita alla grandezza irraggiungibile dell’arte di Giorgio Strehler e l’immensa curiosità intellettuale di un poetico visionario come Paolo Grassi hanno trovato in lui l’interprete più geniale, il testimone e l’erede di una stagione felicissima e irripetibile della cultura italiana, che oggi si perpetua nella ricerca indagatrice e preziosa di Alberto Sironi”.




Sironi nasce prima di tutto in teatro: alla scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, guidata da Giorgio Strehler e Paolo Grassi. L’incontro con ‘mamma’ Rai, negli anni Settanta, cambia tutto: per l’emittente di Stato realizza inchieste, sia in Italia che all’estero, e si occupa anche di sport, soprattutto per un nome importante, Beppe Viola. Da quel momento in poi la sua vita è tutta dedicata al piccolo schermo: nel 1978 cura la sceneggiatura e la regia di due telefilm tratti dalla raccolta di racconti Il cento delitti di Giorgio Scerbanenco mentre tra il 1987 e il 1990 scrive il soggetto della serie tv Eurocops dirigendone tre episodi. Nel 1995, per Rai 1, filma Il grande Fausto, la fiction biografica in due puntate dedicata al ‘Campionissimo’ Fausto Coppi. Contemporaneamente scrive e dirige alcuni sceneggiati radiofonici, tra cui Rimorsi, che consta di ben 80 puntate mentre alla fine degli anni Novanta, ancora in Rai, lavora su Una sola debole voce.

Nel 1999 debutta Il commissario Montalbano, il traguardo che più di ogni altro sposerà qualità, successo – in termini di numeri – ma soprattutto d’affetto: la Penisola tutta rimarrà incollata alla tv per seguire, ogni volta con la stessa feldetà e passione, le avventure di quell’investigatore che, nelle fattezze, doveva essere tutt’altro. Non nell’animo: “Ha una serie di difetti e qualità tipiche di tutti gli italiani”, raccontava Sironi, “è un anarchico individualista: ragiona con la sua testa, gli piace mangiare bene, gli piacciono le belle donne”.

Nell’ultimo periodo di riprese si era dovuto assentare a causa delle sue condizioni di salute. A dirigere era rimasto proprio il fido Luca Zingaretti.

Nella foto sopra Sironi fotografato in occasione del matrimonio di Luca Zingaretti nel 2012. Qui sotto invece con Mazzotta e Zingaretti all’ingresso del Municipio di Scicli, Maggio del 2018.