“Le trivellazioni petrolifere nel Val di Noto stridono nettamente con il Piano paesaggistico regionale, che relativamente a questi territori vieta qualsiasi manufatto, struttura e installazione che possa alterare l’equilibrio naturale del territorio ibleo. Non dimentichiamo che questo territorio vive di turismo, commercio, agricoltura, di ambiente e cultura e sta rinascendo economicamente, grazie proprio alla bellezza dei suoi tratti caratteristici e delle sue tradizioni. Inoltre è tra i più dinamici in tema di fonti rinnovabili. Tutto questo è chiaramente incompatibile con qualsiasi idea di trivellazioni petrolifere. Il compianto Andrea Camilleri, che fu testimonial della battaglia contro ogni trivella proprio nei luoghi meravigliosi in cui ambientò i suoi romanzi, si sta già rivoltando nella tomba. Sembra quasi che dopo la sua morte si sia ripresentato un fantasma che sembrava scacciato via”.

A sostenerlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, che ha presentato un’interrogazione urgente all’Ars, rivolta al presidente della Regione e all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, nella quale si chiede di verificare eventuali violazioni del Piano paesaggistico regionale di Siracusa e Ragusa, in seguito alla proposta di intervento avanzata dalla Panther Eureka Srl (oggi “Maurel et Prom Italia Srl), la compagnia petrolifera texana che vuole procedere a un rilievo geofisico all’interno del permesso di ricerca idrocarburi “Fiume Tellaro”. Campo chiede inoltre al governo regionale se non intenda revocare in autotutela o annullare d’ufficio il recentissimo decreto assessoriale, datato 5 luglio 2019, che ha espresso esito positivo alla procedura di ‘screening’ della Via (Valutazione di incidenza ambientale) della proposta di intervento presentata della ditta.




“Resta altissima la preoccupazione – prosegue Campo – per questo iter, che potrebbe portare a trivellazioni per idrocarburi in territori Patrimonio dell’Umanità e dove si è avviato da tempo un vigoroso modello economico fondato sul turismo culturale e naturalistico e dove operano numerose aziende di agricoltura biologica e di eccellenza. Un cantiere di perforazione petrolifera è infatti una fonte permanente di inquinamento per l’ambiente circostante. Inoltre l’area in questione è parte integrante del costituendo Parco nazionale degli Iblei, il cui iter istitutivo è stato già avviato, quindi il Decreto assessoriale del 5 luglio potrebbe incorrere non solo nel vizio di violazione di legge, ma anche in quello di illogicità e contraddittorietà dell’azione amministrativa”.

Sulla vicenda intervengono anche gli altri deputati M5S della Commissione Ambiente dell’Ars. “Il presidente Musumeci – ricorda Giampiero Trizzino – dice che è colpa del governo nazionale, quando invece il ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, proprio in materia di trivellazioni ha dato un segnale molto chiaro bloccando oltre 40 nuovi permessi di trivellazioni off shore nel mar Mediterraneo. Su quelle di terra però la competenza è della Regione, che dovrebbe attenersi alla linea del governo nazionale.  Musumeci dimostri quindi concretamente la sua ‘contrarietà’ revocando in autotutela il Decreto assessoriale di Cordaro”.