Una Tragica Storia d’Amicizia
- 14 Febbraio 2019 - 9:31
- 0
di Gianni Rossini
Si ispira ad un fatto realmente accaduto qualche anno fa al mio paese.
Un ragazzo in un incidente stradale uccise il suo migliore amico che lui sapeva in servizio di leva.
La storia non ebbe alcun risalto nelle cronache nazionali, solo un trafiletto sui giornali locali.
Stavolta i grandi sociologi o psicologi non si sono dovuti scomodare per un sapiente ed illustrativo editoriale sul crudele dramma di questi due ragazzi: uno, forse, vivo in Cielo e l’altro, senza forse, di fatto morto in Terra segnato dalla dannazione dei sensi di colpa.
UNA TRAGICA STORIA D’AMICIZIA
L’un contro l’altro correvano
col vento dei vent’anni
verso un appuntamento che non sapevano
fissato dalla sorte con gl’inganni.
Ma il sole di Sicilia l’uno tradì
sulla litoranea dove s’alza un dosso
mentre l’altro col suo Zip si trovò lì
quando la macchina gli rovinò addosso.
Era Carnevale
ma si mise a scherzare pure il destino
scherzi pesanti che fanno male
quando ne dà notizia il gazzettino.
L’auto contro un albero fermò la sua corsa
per lui solo qualche ferita
così l’altro cercò per dargli soccorso
con la paura che per lui fosse finita.
Col cuore in gola e i pensieri affollati
lo trovò di spalle girato
ma sentì ancora i suoi respiri affannati
e di ciò alla sfortuna dovette esser grato.
Era Carnevale,
si mise a scherzare pure il destino
ma ogni suo scherzo non vale
se è col dolore che ti fa il giochino.
Ebbe solo il tempo di chiedersi chi ci fosse
sotto quella giacca di flanelle
che un brivido la schiena gli percorse
quando ci vide il suo amico per la pelle;
l’anima sentì sfilarglisi dalle dita
e fece quel che la disperazione dettava:
gli diede tanti suoi aliti di vita
che in ambulanza ancora respirava.
Era tutto così surreale
che si pizzicò fino a farsi nero:
no, non era un sogno bestiale
era tutto follemente vero!.
“Ma non eri militare?
Forse t’hanno dato licenza?
Ma proprio ora dovevi tornare?
Ma guarda che maledetta coincidenza!.
Gli parlò dei loro sogni, di amori e cortili
lui non parlava ma attento forse carpiva
quei ricordi come fossero monili
da portare con se mentre al Cielo saliva.
Ma chi l’avrebbe mai detto Carmelo
che proprio io un giorno
ti avrei spedito in Cielo
per un viaggio senza ritorno?.
E si sparse in un frangente la notizia
dalle borgate alle campagne e fino al paese
che della storia d’una tragica amicizia
avrà di che parlare per un mese.
Si correvano contro, ora uno non è più
ma la morte un’amicizia vera non sotterra;
ora, dopo quel fatale rendez-vous,
l’uno vive in Cielo l’altro è morto in Terra!
Quel Carnevale non so cancellare:
i sensi di colpa sono spietate sentinelle;
no, non so dimenticare
d’esser diventato il tuo nemico per la pelle!.