Sì al mantenimento del contributo per i giovani laureati che a tirocinio già in corso dovessero conseguire l’abilitazione professionale e/o l’iscrizione all’albo, purché non siano titolari di rapporti di lavoro subordinato o di partita Iva. Sì anche alla riduzione degli oneri burocratici posti a carico degli ordini professionali e indicati come condizione per il riconoscimento del contributo stesso ai tirocinanti.

In seguito a un incontro tenuto lunedì 30 luglio presso l’Assessorato regionale del Lavoro, la Regione Siciliana ha valutato positivamente e accolto le osservazioni mosse dalla Consulta degli ordini degli ingegneri della Sicilia e da otto ordini provinciali in merito ad alcuni articoli dell’avviso 20/2018, strumento che nel quadro del programma operativo 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo sostiene la formazione e l’inserimento lavorativo dei giovani professionisti in Sicilia con indennità di partecipazione pari a 600 euro mensili lordi per tirocini obbligatori e non obbligatori di durata non superiore a 12 mesi nell’area delle professioni ordinistiche.

La Consulta regionale degli ingegneri e gli ordini provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani avevano, tramite alcune note e poi con un ricorso al Tar, avanzato riserve sulla norma dell’avviso 20 che comportava l’esclusione di quanti abbiano ottenuto l’abilitazione e l’iscrizione all’ordine professionale, e ciò per disparità di trattamento nei confronti delle categorie, tra cui gli ingegneri, per le quali la legge non prevede la compiuta pratica obbligatoria ai fini dell’abilitazione. Per poter beneficiare del finanziamento, infatti, i giovani appartenenti a queste categorie avrebbero dovuto rallentare artatamente il proprio percorso professionale posticipando l’esercizio di un diritto loro riconosciuto dalla legge.

Con il via libera alle modifiche concordate, però, questo inconveniente sarà scongiurato nella seconda e nella terza finestra temporale, che si apriranno il 17 settembre 2018 e il 7 gennaio 2019 (resta tutto invariato invece per la prima, chiusa ormai il 30 giugno scorso). A formalizzare l’esito una nota ufficiale trasmessa il 31 luglio alla Consulta regionale degli ordini degli ingegneri dal dirigente generale del Dipartimento regionale del lavoro, dell’Impiego, dei Servizi e delle Attività formative, Francesca Garoffolo, nella quale fra l’altro si sottolinea la possibilità di introdurre “integrazioni utili al superamento delle criticità esposte, e ciò senza incidere sulle finalità dell’avviso e rimanendo nella piena coerenza con l’utilizzo delle risorse a valere sul FSE 2014/2020”. “Nello specifico – è scritto ancora nel documento – si ritiene poter convenire sul mantenimento dei requisiti del giovane e sul persistere della titolarità al contributo nelle ipotesi in cui il giovane pervenga, nel corso del periodo di tirocinio, alla iscrizione all’albo e/o alla abilitazione alla professione; ciò se ed in quanto lo stesso rimanga privo di qualsiasi rapporto di lavoro di natura subordinata e autonoma. Non dovranno, pertanto, essere rilevate comunicazioni obbligatorie né risultare aperta una partita Iva”.

Ridotti, inoltre, gli adempimenti procedurali richiesti agli ordini professionali i cui ordinamenti non contemplano il tirocinio obbligatorio. Adesso gli ordini dovranno soltanto indicare i tutor e saranno esonerati da altre attività originariamente poste a loro carico, tra le quali per esempio vistare previo esame il progetto formativo e valutare le relazioni periodiche predisposte dai tirocinanti. Su questo punto la Consulta regionale e gli otto ordini provinciali avevano fatto ricorso ritenendo illegittima l’imposizione di obblighi da parte di un potere amministrativo al quale gli ordini professionali non sono subordinati sul piano gerarchico, strutturale o funzionale.

Oltre al dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Francesca Garoffolo, all’incontro di lunedì hanno partecipato il capo di gabinetto dell’assessorato, Rosaria Barresi, i rappresentanti degli ordini degli ingegneri guidati dal presidente della Consulta regionale Giuseppe Margiotta e il delegato siciliano al Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) Gaetano Fede.

“Il risultato raggiunto testimonia come l’azione coordinata tra gli ordini professionali, la politica regionale e le sue strutture amministrative possa costituire un fattore di sviluppo per i giovani che si affacciano al mondo della professione e del lavoro, e nell’occasione un plauso va senz’altro all’assessore Mariella Ippolito per la sensibilità mostrata nel dare gli opportuni input agli uffici”, afferma Giuseppe Margiotta, presidente della Consulta regionale degli ingegneri. “Le integrazioni all’avviso 20 concordate nell’incontro di lunedì – aggiunge Margiotta – consentiranno di ampliare la platea dei giovani professionisti con i requisiti per accedere a questa interessante e innovativa iniziativa della Regione. Riteniamo importante sul piano del metodo l’interlocuzione proficuamente conclusa, anche per il riconoscimento che il governo regionale ha dato agli ordini professionali quali componenti importanti della nostra società, non soltanto dal punto di vista numerico ma anche per il loro apporto ai processi di crescita e sviluppo. Questa intesa tra gli ingegneri e l’Assessorato regionale del Lavoro, della quale beneficeranno anche architetti e agronomi, categorie anch’esse esenti per legge dall’obbligo del praticantato, può certamente rappresentare l’inizio di una collaborazione tra il sistema ordinistico regionale di tutte le professioni e l’Assessorato del Lavoro, del quale vanno sottolineate l’attenzione e la competenza mostrate nel risolvere le criticità rappresentate. Infine, è confortante che dopo la conclusione positiva della vicenda l’ordine di Catania abbia voluto riconoscere, perfino facendolo proprio, il bel risultato conseguito con determinazione e coesione dagli altri otto ordini degli ingegneri della Sicilia insieme con la Consulta regionale”.

Dario Lo Verde