da La Sicilia del 18 gennaio
di Carmelo Riccotti La Rocca




Con l’accordo raggiunto con Eni ed Edison il Comune di Scicli non ha rinunciato a nulla”. Una frase che l’assessore al bilancio dell’Ente ragusano, Giorgio Vindigni, tiene a sottolineare e ripete più volte. Il suo vuole essere un modo per prevenire e arrestare sul nascere critiche riguardo l’importo di poco oltre 11 milioni di euro che le Compagnie petrolifere verseranno nelle casse del comune, accordo raggiunto ad una settimana dalla sentenza della Commissione Tributaria del Tribunale di Ragusa sulla vertenza tra l’amministrazione, guidata dal sindaco Enzo Giannone, e le due Compagnie che operano nella piattaforma Vega che sorge entro 12 miglia marine nel mare territoriale di Scicli. Tutto è partito da un accertamento della guardia di Finanza di Siracusa e Ragusa, effettuato nel luglio del 2015, che, caso unico in Italia, ha notificato a Edison ed Eni un verbale di 53 milioni di euro relativamente ad imposte (Imu, Tasi e Ici) non pagate per il periodo compreso tra il 2009 e il 2015. Da quando si è insediata, l’Amministrazione Giannone ha manifestato la grande volontà di ottenere dalle Compagnie il pagamento del dovuto e, la reale intenzione di arrivare alla conclusione della partita, la si è capita quando è stato confermato l’incarico al legale Ferdinando D’Amario, noto esperto legale per controversie contro le Compagnie petrolifere, già incaricato dalla triade commissariale di seguire la vicenda e rappresentare il comune di Scicli. La possibilità di un accordo tra le parti, però, era sembrata svanire quando, attraverso un comunicato diramato nel marzo dello scorso anno, la giunta Giannone annunciò la decisione di attendere l’esito giudiziario della vicenda, scartando ogni ipotesi di accordo.
Vindigni: osservazioni logiche e tempistica certa




Cosa è cambiato da allora? Perché la stipula di un accordo a pochi giorni dalla sentenza? Il perché lo spiega l’Assessore al Bilancio Giorgio Vindigni e le motivazioni si fondano sulla presa d’atto che le osservazioni presentate dalla controparte avessero una logica e che alla fine il comune di Scicli non ha rinunciato a nulla, anzi, ci ha guadagnato nella tempistica. “I 53 milioni accertati dalla Gdf, che ringraziamo per l’esimio lavoro svolto, che per noi nel corso di queste interlocuzioni ha sempre rappresentato un faro – spiega Vindigni- erano somme comprensive di interessi e sanzioni, voci, queste ultime, già eliminate da una sentenza della Cassazione per le difficoltà di applicazione della norma; nel caso specifico, quindi, alla pretesa iniziale andavano detratti 35 milioni di euro. A questo punto sono poi state prese ancora in considerazione una norma secondo cui, quando un immobile non è accatastato si arriva all’imponibile attraverso lo studio dei libri contabili, e le osservazioni delle Compagnie le quali hanno fatto notare che una Nave non era da calcolare nel conteggio perché non più esistente.
Da qui l’affermazione che non abbiamo rinunciato a nulla”. Vindigni supporta ancora le sue affermazioni spiegando le modalità con cui è stata chiusa la partita: “non con una transazione, bensì con un accordo conciliativo”. Per sintetizzare non è un importo frutto di un lungo tira e molla per arrivare ad una cifra che potesse soddisfare entrambi le parti, ma il risultato di una valutazione gestionale degli uffici competenti.  Un altro aspetto, non meno importante, è la tempistica della chiusura della pratica: si è passati da una sentenza dall’esito incerto e sicuramente dall’iter farraginoso e lungo (tra ricorsi e controricorsi), alla possibilità di avere i soldi in cassa in un arco temporale molto breve. Dopo la firma dell’accordo quadro da parte dell’Amministrazione, avvenuta ieri, seguirà quella della controparte che dovrà versare metà cifra entro 20 giorni e l’altra metà entro novanta. “L’arrivo di questi soldi – spiega ancora Vindigni – ci permetterà di variare l’impostazione di risanamento dell’Ente, che per noi è la priorità assoluta. Quella data nel Piano di Riequilibrio era una impostazione che non poteva tenere conto di questa entrata che era dubbia, oggi invece possiamo contare su questa ulteriore somma che ci permetterà di risanare i conti senza la necessità, ad esempio, di accedere a dei mutui, ci consentirà cioè di poter aggredire la parte debitoria senza indebitare ulteriormente l’Ente”.