a cura di Viviana Sammito

Edoardo Morana
Edoardo Morana

Edoardo Morana, ha 24 anni, ha frequentato il liceo classico “Quintino Cataudella” di Scicli, dov’è preside il nuovo sindaco, Enzo Giannone, ed è fresco di laurea: Edoardo si è laureato in giurisprudenza a ottobre.

E’ lui il più giovane consigliere eletto a Scicli. Il secondo  più votato, con 158 voti, dopo Resi Iurato, nella lista “Scicli bene Comune” collegata a Enzo Giannone.

A poche ore dall’insediamento del consiglio comunale, questa sera (martedì 20 dicembre alle 19 a palazzo Spadaro perché nell’aula del comune ci sono lavori in corso) abbiamo voluto parlare con Edoardo di politica, aspettative e  progetti.

 Edoardo perché ti sei candidato?

Mi sono candidato perché ho sentito più forte che mai una missione, una sorta di vocazione: far sì che la mia generazione di nuovo torni ad interessarsi della cosa pubblica, che si spenda in prima linea per migliorare la nostra comunità. L’ho fatto perché mi hanno educato a partecipare, ad esserci, a polemizzare e a lottare affinché le cose normali che non abbiamo ci vengano restituite. Vivere in Sicilia a 24 anni, dopo averne trascorsi 5 fuori a intermittenza significa essere sicuramente più indietro rispetto ai miei coetanei del resto d’Europa. Siamo indietro anni luce su diversi fronti ma abbiamo un capitale umano da fare invidia al resto del mondo, è arrivato giusto il momento di farlo esplodere. Al fianco delle persone più deboli e di tutti coloro che hanno bisogno di voce. La mia scelta è fatta di speranze, idee visionarie, sogni. Quello più grande è che Scicli, il ragusano e la Sicilia in generale tornino ad essere interlocutori importanti nel contesto europeo. Il turismo come volano, i beni culturali e paesaggistici, per non parlare dell’ampia gamma gastronomica.

 I punti principali del tuo programma?

La mia campagna elettorale è stata molto frenetica, fatta in 20-25 giorni. Ho cercato di parlare con tutta la cittadinanza, ho bussato alle porte delle persone giusto per chiedere anche solo cosa ne pensassero della loro comunità. Ho visto che la gente vuole esserci, vuole partecipare, vuole contare e tornare ad avere dignità. Ho toccato con mano la voglia di cambiare, di farsi rappresentare da chi ha voglia di prenderli per mano e non lasciarli da soli mai. Ho anche avuto una mano da alcune persone che ho coinvolto in alcuni progetti e che mi sento di ringraziare pubblicamente per la loro voglia di fare e creare rete. Le squadre unite e ben coordinate vincono sempre. Le proposte nuove, pulite e avulsi da ingabbiamenti politici preistorici vengono premiati. La chiave di volta è ascoltare le persone.

 Su cos’hai puntato per il tuo programma elettorale?

Il mio programma, che poi è quasi del tutto coincidente con quello della coalizione spazia su diversi fronti: potrei elencarvi decine e decine di idee, progetti e iniziative. Ma non voglio perdermi in elenchi retorici, la cosa che ritengo fondamentale è tornare alla ordinarietà, amministrare un comune aprendone le porte ai cittadini e passo dopo passo coinvolgerli nelle scelte che l’amministrazione porterà avanti. Una iniziativa del mio personale programma, che mi sta molto a cuore è creare dei comitati di quartieri con dei referenti, i quali interagiscano con la giunta e il consiglio portando le loro istanze, contaminando le loro risorse e intelligenze con le nostre. Una sorta di amministrazione parallela o ombra. Sarebbe davvero fantastico se finalmente tutta la comunità iniziasse ad essere decisiva e incisiva nelle scelte che riguardano loro in prima persona.

Quali sono, secondo te, le priorità in città per una Scicli migliore?

Le priorità: innanzitutto un sistema di raccolta rifiuti che focalizzi l’importanza del sistema di riciclo. I rifiuti sono una risorsa e noi dobbiamo riuscire a capitalizzarla a farne tesoro. Il sistema di raccolta attuale è fallimentare. Nei prossimi mesi occorre avviare modelli che invertano l’attuale rotta. Penso ai modelli Zafferana Etnea e Ferla: due comuni virtuosi in tal senso. Fondamentali poi, a mio avviso, i servizi sociali; a Scicli il disagio sociale è aumentato parecchio e occorre presidiare queste realtà. Importantissime ancora politiche sui giovani, che creino luoghi di aggregazioni , progetti di riqualificazione urbana e spazi culturali in cui l’arte, la musica si incontrino. Biblioteche e aule studio degne del loro nome. Un’altra idea all’avanguardia sarebbe un regolamento dei beni comuni per sfruttare i beni archittetonici e paesaggistici in sinergia con le imprese commerciali del territorio che si occupano di servire servizi di svago ( locali, ristoranti ).

Il primo punto all’odg che vorresti trattare in consiglio?

Il mio primo punto all’odg come già detto più volte saranno le politiche giovanili: quindi attenzione allo sport ma soprattutto alla Consulta Giovanile, organo consultivo che spero verrà avviato già a partire da gennaio. E mi batterò sul centro giovanile, luogo di aggregazione per tante associazioni, dotato persino di strumenti musicali, da autogestire tra i ragazzi che vivono Scicli e si spendono tutti i giorni per tenerla viva e in fermento. Su questo non si molla di un centimetro!

Cosa vuol dire per un giovane fare politica? 

La politica è donarsi agli altri, servire la comunità. Vuol dire dedicare il proprio tempo, mettendo a disposizione le proprie risorse al servizio degli altri. Una delle cose su cui mi piacerebbe avviare la mia esperienza è creare dei tavoli di lavoro, far sì che tutti noi giovani si possa lavorare insieme. Faremo squadra. – Gli errori del passato : gente parcheggiata per curare i propri interessi e creare reti di potere clientelare, autoreferenzialità alle stelle. Persone chiuse nelle loro stanze, nei salotti che non hanno minimamente idea dei bisogni delle persone.

C’è stato poco interesse nei riguardi della città dalla politica ad alti livelli (regionale e nazionale)?

No anzi, ci sono stati fin troppi interessi su Scicli. Ovviamente interessi deviati e non animati da reale interesse per la nostra comunità. Con Enzo siamo in una botte di ferro: se qualcuno pensa di fare la cresta su Scicli a qualsiasi livello ( regionale o nazionale) credo si sbagli di grosso. Per quanto riguarda i vertici regionali e nazionali che ci rappresentano il mio giudizio è impietoso, nessuno finora è stato in grado di saperci bene rappresentare. Non salvo proprio nessuno, siamo una comunità non rappresentata né a Palermo né a Roma. Solo negli ultimi mesi mi era sembrato di vedere qualche spiraglio da parte di alcuni esponenti in merito a questioni ambientali o altro ma poi l’orizzonte è molto basso e riguarda sempre e solo interessi di bottega e tornacontistici.

Cos’auguri al nuovo sindaco?

Gli auguro, come ci siamo detti più volte, di fare volare alto Scicli come merita, di tornare a navigare nelle acque della normalità, di creare quel palazzo adamantino e trasparente come da lui auspicato. E soprattutto di ridare dignità a speranza a chi, tra i ceti meno abbienti, l’ha ormai persa.