comune di scicliAlcuni giornalisti catanesi, vicini quindi in termini geografici e di contatto alla base della Direzione distrettuale antimafia, parlano sempre più insistentemente di un filo oscuro nella gestione dei rifiuti riconducibile a un noto clan mafioso catanese, quello della famiglia Cappello. Il sito che riporta queste supposizione è CTZEN secondo il quale Il gruppo catanese dal 2007 avrebbe esercitato il controllo delle assunzioni del personale addetto alla nettezza urbana, la gestione degli ambiti posti nei mercatini e quella delle affissioni elettorali. Nel mirino degli agenti anche i bilanci del Comune relativi agli appalti affidati alle aziende che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.

Le indagini della Dda intanto proseguono in silenzio, nulla si sa sull’evoluzione  della vicenda, quello che si sa è che sono stati interrogati alcuni consiglieri comunali, ma ancora è troppo presto per saperne di più. Le indagini, dunque, partirebbero dal 2007 e seguirebbe due filoni: quello relativo alla gestione dei rifiuti e quello riguardante l’affissione dei manifesti. Nel 2007 il sindaco Falla denunciò pubblicamente il fatto che alcuni consiglieri si aggiravano insieme a soggetti con la fedina penale sporca, fu l’occasione in cui un assessore venne minacciato per la modifica del piano delle cosiddette “baracche”. Falla denunciò anche il fatto che durante la campagna elettorale ci furono delle minacce ed azioni violente nei confronti di rappresentanti di partito.

Oggi a quanto pare la Dda starebbe giungendo a capo di una situazione complessa che vedrebbe coinvolte molte persone. Secondo CTZEN ci sarebbe un filo che legherebbe Palagonia e Scicli: «Mentre in paese – si legge nell’articolo- nessuno sembra stupirsi di quanto accaduto, le autorità mantengono il completo riserbo sulle indagini in corso, venute alla luce attraverso il decreto di perquisizione consegnato al segretario generale dell’amministrazione sciclitana, Francesca Sinatra. Un nome non nuovo alle cronache della Sicilia orientale. Sinatra ha ricoperto lo stesso incarico anche per un altro Comune al centro di numerose indagini, quello di Palagonia, tanto che il suo nome è finito tra quelli della maxi-inchiesta Iblis. Così come è conosciuta l’azienda addetta alla raccolta dei rifiuti di proprietà di Sebastiano Busso, figlio di GiuseppeQuest’ultimo, nel 2009, è stato coinvolto nell’operazione Full trash che ha visto protagonista anche l’ex sindaco di Palagonia, Fausto Fagone. Francesca Sinatra è stata anche condannata assieme all’ex  primo cittadino palagonese per alcune irregolarità amministrative, tra le quali un rimborso per un viaggio a Rio de Janeiro e uno a Ginevra

Leggi l’articolo di CTZEN:http://ctzen.it/2013/09/06/mafia-gli-interessi-del-clan-cappello-a-scicli-perquisizioni-negli-uffici-del-comune/