Riceviamo e Pubblichiamo

Lettera al Direttore

marco causarano 4Egregio direttore, prendo spunto dal suo articolo sul “silenzio” che lamenta in città da parte delle forze consiliari per offrirle una riflessione sull’attuale fase politico/amministrativa.

A mio modo di vedere, infatti, risalta evidente il conflitto fra una comunità che – di stagione in stagione – vive la propria espansione turistica ed i tanti problemi (anche lei ne ricordava alcuni) cui non si riesce a dare risposta con tempi che si possano considerare degni di una città dell’occidente evoluto.

Questo per dire che da un canto la città è viva, possiede parecchie risorse, individua percorsi di sviluppo e perciò non può permettersi ulteriori fasi di stallo (quali quelle di un commissariamento o di attesa per dimissioni che non si capisce bene quando dovrebbero arrivare!), mentre dall’altro la politica – probabilmente – non riesce a tenere il passo delle tante istanze dei cittadini e non riesce a rendere l’apparato burocratico all’altezza dei servizi che dovrebbe quotidianamente offrire.

Incapacità amministrativa? Mancanza di un progetto politico organico? Problemi irrisolti che dopo anni di mala-gestione sono arrivati al pettine nel momento in cui la crisi economica e le restrizioni del patto di stabilità sono divenuti asfissianti anche per Scicli? Probabilmente un po’ di tutto questo.

E se contesto, ancora una volta, il termine “ribaltone” da lei utilizzato per classificare l’attuale situazione consiliare (nessuno di noi consiglieri ha votato la fiducia al Sindaco), certo è che il quadro politico attuale non gode di quella chiarezza che le recenti elezioni europee hanno reso alla politica nazionale.

Ecco perché considero questa fase un momento transitorio che, forse, inevitabilmente doveva arrivare nella vita del nostro ente per sovvertire un trend amministrativo in crisi già dopo le elezioni del 2012, ma che era reso ancor più grave dal commissariamento pre-elettorale (da dicembre 2011) e dall’ultimo anno e mezzo di crisi amministrativa della giunta Venticinque, costretto ad annaspare da una coalizione che “cannibalizza” i propri leader.

Nessuno di noi che abbiamo sottoscritto un patto di responsabilità aveva la pretesa di pensare che la giunta dei tecnici avesse “i numeri” per sovvertire in tre mesi una situazione in pieno stallo, piuttosto abbiamo voluto garantire alle istituzioni quell’agibilità politica che la coalizione uscita vincitrice dalle urne aveva dimostrato di non saper garantire a nessun amministratore si alternasse in giunta.

Come non ricordare per quanti mesi la giunta è rimasta priva di uno/due assessori, come scordare i tanti consigli comunali improduttivi perché proprio dai banchi della maggioranza mancava quell’intesa politica volta a portare a compimento gli atti che arrivavano all’ordine del giorno.

In mezzo una condizione economica che definire precaria è addirittura benevolo, mentre la scure della Corte dei Conti è sempre  pronta a tagliare definitivamente le gambe all’ente, dopo anni nei quali il patto di stabilità ed il risanamento del bilancio non sono stati una priorità delle agende sindacali.

E veniamo al ruolo dei consiglieri comunali.

In questo quadro di disfunzioni, personalmente, dopo l’ennesima crisi della giunta Susino ho ritenuto che il ruolo di denuncia e controllo (proprio della fase di opposizione per cui abbiamo ricevuto mandato dai cittadini), non bastasse più ma che si richiedesse un sacrificio politico personale (se volete anche di visibilità), a dispetto di un atteggiamento di maggiore proposizione e pregnanza nelle problematiche.

Ritengo che l’attuale fase transitoria richieda la buona volontà di tutti a cercare di risolvere alcuni problemi che attanagliano la città e la cui risoluzione gioverà a qualunque coalizione dovesse vincere le prossime elezioni, ecco perché nessun consigliere comunale dovrebbe sentirsi estraneo a questa funzione.

Altro che dire “tutto va bene” o la città sta vivendo una nuova primavera amministrativa, come ha provocatoriamente scritto lei nel suo “pezzo”.

Un esempio concreto? Penso che sia stato molto più semplice fare demagogia e cavalcare le incertezze dei genitori sulla vicenda dello Sprar per i richiedenti asilo, piuttosto che scegliere la strada più insidiosa e giusta di cercare una soluzione che mantenesse il giusto equilibrio fra i timori dei padri ed il senso di accoglienza che una comunità mai deve smarrire.

Alla fine di tutto penso che saranno i cittadini, al momento del voto, a giudicare se le responsabilità dell’impasse amministrativa in cui si è trovata la città è dovuta a chi ha vinto le ultime due tornate elettorali ed ha registrato altrettanti fallimenti delle proprie proposte di governo per Scicli oppure di chi ha ritenuto che – in barba alla demagogia ed ai facili clamori – questa fase potesse essere utilizzata per dare ordine ad alcune problematiche e riportare il bilancino della praticabilità amministrativa del comune ad un livello accettabile.

Marco Causarano

Consigliere Comunale PD