intonaco casa popolare jungiI vigili del fuoco sono dovuti intervenire questa sera al quartiere Jungi di Scicli, a seguito del crollo di calcinacci in un edificio di Via Gobbetti.

Si tratta ancora una volta di una palazzina dell’istituto autonomo case popolari.

La condizione delle palazzine dell’IACP è sempre più drastica, da Pozzallo a Scicli, le abitazioni sono lasciate all’abbandono. Poco più di un mese fa in Via Pietro Nenni, erano intervenuti Vigili del Fuoco e Protezione Civile per mettere in sicurezza e transennare una zona pericolosissima, dove i crolli di calcinacci sono all’ordine del giorno e nel cortile il pomeriggio ci giocano i bambini. Poco è stato fatto anche in quel caso. Ben 5 edifici che comprendono circa 50 appartamenti, tutti in evidente stato di abbandono e che necessitano di urgentissimi interventi di manutenzione per essere messi, quantomeno, in sicurezza. Negli edifici messi meglio vi sono problemi relativi al distacco di intonaco, negli altri, invece, si notano cedimenti strutturali, pignatte scoppiate e infiltrazioni. Alcuni balconi sono prossimi al crollo.

Quelli di Via Pietro Nenni sono edifici sorti tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70, ma mai nessuno – dicono i residenti- è mai intervenuto per la manutenzione. In effetti il problema è abbastanza complesso, ma una volta per tutte sarebbe necessario fare chiarezza. Oltre alla mole di edifici a carico dello Iacp, sono circa 2500 alloggi in tutta la provincia, che non riesce a far fronte a tutte le richieste di intervento, esiste anche un problema legato alla commistione di titolarità patrimoniale degli immobili. Vi sono cioè edifici dove abitano 2 inquilini che hanno riscattato l’immobile divenendone proprietari e altri 7 inquilini ospiti in alloggi ancora di proprietà dello Iacp. In questo caso il costo degli interventi andrebbe ripartito proporzionalmente, dato che l’Istituto va considerato alla stregua di un semplice inquilino.

I residenti lamentano il fatto che però risulta difficile confrontarsi con l’ente, ma, all’inverso, il direttore dello Iacp, sentito sullo stesso argomento qualche tempo fa, denunciava la mancanza di collaborazione da parte dei privati che si tirano indietro quando si tratta di fare interventi che comportano un certo esborso economico. Insomma, è sempre il solito gioco del balletto delle responsabilità che non porta mai a nulla di concreto, ma il serio pericolo è quello che prima o poi possa scapparci la tragedia. Perché occorre sempre aspettare che accada una disgrazia prima di intervenire?

 

Foto e Video: Giuliano Trovato