sbarchi_clandestini1[1]Quattordici ore di interrogatorio ci sono volute per smascherare i presunti scafisti di quattro imbarcazioni con a bordo 164 migranti arrivati il 16 settembre scorso al porto di Pozzallo con la nave militare del dispositivo “Mare Nostrum”.

Ciascun  natante aveva uno scafista, tre già individuati:  TRAOURIE Yakob nato in MALI, nato 24 anni fa,  TOURE Mohammed, senegalese di 29 anni e il connazionale KEITA Pape Mamadou di 28 anni sono  ritenuti i responsabili dell’ingresso in Italia di 164 persone eludendo i controlli di frontiera e mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri provenienti dalla Bangladesh, Mali, Gambia, Senegal, Nigeria e Sierra Leone, molti dei quali minori anche piccolissimi.

73 persone di cui 56 uomini e 17  donne, ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo, erano stati localizzati in area SAR Maltese mentre poco dopo sono stati recuperati altre 91 persone senza dotazioni di sicurezza individuali.

 

LA TRAVERSATA

 

Tre gommoni ed una barchetta in legno erano partiti dalla stessa spiaggetta libica e si sono diretti verso le coste italiane. Le pessime condizioni dei 4 natanti hanno messo in serio pericolo di vita tutti i migranti molti dei quali bambini ma, come riferito dai passeggeri, l’importante per l’organizzazione è partire.

Hanno inoltre specificato che in gommone il viaggio costa meno, ma si sta scomodi ed i rischi aumentano.

Sia i migranti che gli scafisti sono tutti subsahariani e più o meno vengono dalle stesse zone.

Anche in questo caso le testimonianze sono state preziose, ci sono volute ore ma alla fine i testimoni hanno aiutato gli investigatori.

Tutti e tre i presunti scafisti  si sono resi conto che non aveva senso continuare a fingere e dopo un po’ hanno reso dichiarazioni auto indizianti durante l’interrogatorio in presenza dell’avvocato.

Tutti i migranti anche in questo caso sono stati fatti permanere all’interno di un capannone e  tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici.

Hanno pagato 400 dollari a testa cosicchè all’organizzazione sono andati 120.000 euro con pochissime spese stante le condizioni dei gommoni fatiscenti.

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 126 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato.