fornace penna novetvSalviamo la fornace penna. E’ questo il grido d’allarme arrivato a Roma dov’è stata affrontata la questione del recupero e della necessità di acquisizione al patrimonio pubblico della Fornace, sito di set cinematografici.

Un sito di forte interesse architettonico e culturale che sta per crollare. Ma ancora c’è e i margini per recuperarlo ci sono pure. La Fornace Penna fa parte della nostra identità, della nostra storia. I 70 proprietari sparsi in giro per l’Italia non si metteranno mai d’accordo per l’eventuale ripristino della struttura, anche se sono forti i dubbi sull’interesse a farlo, il comune è rimasto per anni congelato sull’atto di esproprio. Perché solo questo tipo di procedura, eseguita per la pubblica utilità, può salvare la Fornace Penna. E’ necessario convocare i proprietari, eseguire l’esproprio, chiedere il dissequestro, presentare un progetto di messa in sicurezza e renderlo cantierabile con i finanziamenti dell’Unione Europea. Questa è una strada percorribile secondo il sovrintendente ai beni culturali di Ragusa, Calogero Rizzuto. Lo stesso quadro prospettato dal  suo predecessore, Rosalba Panvini la quale aveva presentato il piano all’allora prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè.

Rizzuto ha precisato che anche la commissione prefettizia può avviare gli atti dell’esproprio. E’ nella sua facoltà. Ma sulla destinazione d’uso il sovrintendete va cauto precisando che si tratta solo di mettere in sicurezza la fornace  per lasciare ai posteri questo bene. Museo di sé stesso: solo turismo industriale. Nessun cinema, ristorante o struttura ricettiva, secondo il sovrintendente Calogero Rizzuto.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella dell’acquisizione da parte del demanio regionale. Queste ipotesti sono state anche presentate a Roma al Ministero ai BB.CC dal deputato nazionale, Nino Minardo e quello  regionale Orazio Ragusa. E’ stato chiesto un sopralluogo al Ministro Dario Franceschini.

Nel corso dell’ incontro tecnico con il sottosegretario di Stato Dorina Bianchi, sono state prospettate diverse soluzioni di reperimento dei fondi necessari che sono già allo studio degli uffici competenti.  <<Nei prossimi giorni ci sarà un ulteriore incontro per esaminare le varie soluzioni che saranno individuate dagli uffici ministeriali cosicchè si possa presto avviare l’iter procedurale per il finanziamento e procedere con urgenza al recupero del suggestivo esemplare di archeologia industriale>>, si legge nella nota di Nino Minardo.

Viviana Sammito