Il labirinto delle norme previdenziali in cui ci si è venuti a trovare negli ultimi anni ha sollecitato risposte più concrete da parte di esperti del settore in un convegno organizzato sabato dall’Ordine dei Medici di Ragusa su “Previdenza: quale futuro per medici ed odontoiatri”.




Le preoccupazioni nascono dal fatto che negli ultimi 25 anni si sono succedute ben 19 riforme sulla pensione modificando sistematicamente la normativa, in maniera tale da ritardare l’uscita dal mondo del lavoro.

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Ragusa, dottor Salvatore D’Amanti, aprendo la sessione di lavori ha voluto sottolineare la necessità del confronto. “Un problema, quello della previdenza – ha detto – che riguarda non solo i medici prossimi alla pensione, ma anche e soprattutto i giovani. Per tale ragione abbiamo interpellato i maggiori esponenti dell’Enpam e degli esperti sul sistema  pensionistico della dipendenza per spiegare come sta intervenendo l’ente  sulle pensioni, sull’assistenza ai medici, soprattutto quelli portatori di handicap, sulla contribuzione.

Fortunatamente l’Enpam è un ente piuttosto solido, con un patrimonio capace di garantire agli iscritti la pensione per i prossimi 50 anni”. Molti i suggerimenti degli esperti per fare scelte oculate e trovare soluzioni ottimali per evitare errori. Per primo è intervenuto il dottor Alberto Oliveti, presidente della Fondazione Enpam, che ha relazionato su “I fondi speciali dei medici convenzionati”. Riportando numeri e dati circonstanziati è stato sottolineato che l’Enpam è un ente stabile, solido che puo’ assicurare buone aspettative di soddisfazione operando con interventi istituzionali. “Nello stesso tempo – ha affermato il dottor Oliveti – siamo attenti al cambiamento in corso che comporta certamente delle difficoltà ma apre anche nuove potenzialità, e per questo stiamo cercando di mettere in atto tutti quei meccanismi che possono prevedere un inserimento professionale lavorativo efficace della futura generazione”. Oggi l’età pensionabile per i medici  è 67 anni e mezzo, 68 anni dal prossimo anno, che per  i medici convenzionati che ricorrono alla pensione anticipata si riduce a 61 anni e mezzo.

L’intervento del dottor Carlo Maria Teruzzi, presidente del fondo pensione complementare, riservato in particolare ai medici, ha voluto sensibilizzare i colleghi sulla necessità dell’integrazione contributiva. “Attraverso un patrimonio accumulato durante la vita contributiva – ha affermato Teruzzi – si potrà far fronte all’abbassamento dell’assegno pensionistico che si andrà a riscuotere rispetto all’ultimo stipendio, calcolato intorno al 40 – 50 % in meno.  Le maggiori difficoltà si prevedono per i giovani ed è per questo che stiamo sensibilizzando anche le relative famiglie” sulla necessità di intervenire con i fondi previdenziali integrativi già a partire dagli ultimi anni di università.  Secondo il dottor Claudio Testuzza, esperto collaboratore de “Il Sole 24 ore”, le 19 riforme pensionistiche, che si sono succedute nel tempo sono state finalizzate non solo a ritardare l’uscita dei professionisti dal mondo del lavoro ma anche a ridurre in modo rilevante le quantità economiche delle rispettive pensioni. La possibilità di intervenire con i fondi previdenziali integrativi sembra rappresentare oggi un utile rimedio.

Infine quattro postazioni di  esperti Enpam, allestite temporaneamente all’interno della sede di via Nicastro, hanno permesso di rispondere individualmente alle domande sulla propria posizione previdenziale ai numerosissimi medici (oltre cento) che hanno partecipato all’evento .

Giovannella Galliano