questuraSarà illustrata in conferenza conferenza stampa, domani, 11 novembre, alle ore 10.30, presso la sala conferenze “Filippo Raciti” della Questura di Ragusa, l’operazione di Polizia che ha portato all’arresto di 15 persone ed oltre 65 denunciati per diversi titoli di reato.

Sarano presenti il Questore di Ragusa Giuseppe Gammino, il Procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia ed il Sost. Proc. Valentina Botti.

AGGIORNAMENTO ORE 12

Una gang  ben organizzata è stata sgominata dalla polizia di Ragusa. L’organizzazione criminosa era formata da  ricettatori e contrabbandieri di carburante che veniva rubato a società che commercializzano prodotti petroliferi e venduti sottocosto, grazie alla complicità di autisti di autocisterne di una ditta di trasporto estranea alla vicenda. Tra le società che sono state prese di mira ce ne sarebbe anche una di Modica.

E’ stata la  squadra mobile di Ragusa a seguire il filone investigativo con pedinamenti e intercettazioni. Arrestate  16 persone, 15 in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare e una arrestata in flagranza ad Augusta.

Sono state denunciate 65  persone, per ricettazione, tutti clienti che acquistavano il carburante in nero. Oltre 2milioni di litri rubati in due anni per un danno di quasi tre milioni di euro alle società vittime del furto, costrette a dover alzare i prezzi al pubblico per compensare le perdite.

Sottoposti a sequestro preventivo due aziende, migliaia di euro e quasi mille litri di gasolio.

AGGIORNAMENTO NEWS ORE 12:45

Ecco qui di seguito la nota stampa diffusa dalla Polizia di Stato, Questura di Ragusa

La Polizia di Stato – Squadra Mobile – su delega della Procura della Repubblica di Ragusa ha dato avvio lo scorso anno ad una complessa attività d’indagine, al fine di appurare da dove potessero provenire gli ammanchi di carburante patiti da un’azienda della provincia iblea, che aveva  denunciato furti per oltre 1 milione di litri annui.

Ieri la Squadra Mobile di Ragusa ha catturato 15 soggetti su ordine della Procura iblea nei territori di Ragusa, Siracusa, Catania, Caltanissetta e Torino.

GENESI

Le complesse indagini della Squadra Mobile di Ragusa hanno avuto inizio dalla denuncia dell’amministratore delegato di un’impresa della provincia iblea che commercializza all’ingrosso prodotti petroliferi. Il socio, nonché amministratore dell’azienda, denunciava il furto di oltre 1 milioni di litri di carburante annui; ammanchi questi, che non gli permettevano di poter mai contenere il prezzo del carburante nelle centinaia di distributori da lui controllati, anche favore dei clienti; nel contempo, lo costringeva a licenziare alcuni dipendenti a causa dei danni subiti.

L’INDAGINE

Considerata la complessità della struttura della commercializzazione all’ingrosso e dei trasferimenti di consistenti quantità per tipologie di carburante, appariva necessario agli investigatori della Squadra Mobile, sin dalle prime fasi delle indagini, studiare l’articolata filiera delle benzine e relative normative fiscali.

L’indagine, infatti, proprio perché l’azienda non riusciva a disvelare da dove provenissero gli ammanchi così cospicui, veniva ad iniziare dall’esame di ogni passaggio che effettua il carburante prima di arrivare ai consumatori finali.

I primi appostamenti fatti presso i vari distributori di carburante non evidenziavano inizialmente nulla di anomalo; si attenzionavano le autobotti, temendo che gli autisti potessero deviare il percorso di ordinaria consegna prestabilito, scaricando invece illecitamente parte del carburante. Anche in questo caso non emergeva a prima vista alcuna anomalia.

Ancora a seguire si è pensato di verificare presso le raffinerie, ma in tali enti, i controlli apparivano sufficientemente regimentati e quindi veniva scartata questa ulteriore ipotesi.

Ciò atteso, dopo un paio di settimane di prime indagini, gli investigatori, nonostante i continui ammanchi non erano ancora riusciti a comprendere le metodologie utilizzate dagli ignoti malfattori.

L’azienda dal canto suo continuava a registrare ammanchi; per di più investiva ingenti somme di denaro, sia nel controllo dei prodotti che nella manutenzione, temendo anche di avere delle perdite nei serbatoi dei diversi punti vendita.

Dopo ulteriori settimane, di appostamenti e pedinamenti veniva ottenuto un primo riscontro investigativo: nel territorio di Modica e Scicli, uno degli autisti monitorati, scaricava illecitamente del carburante presso un’azienda che non aveva effettuato alcun ordine.

Conseguenti i dubbi di come si potesse, sul ferreo presupposto delle contabilizzazioni di carico e scarico del carburante, per quantità superiori a 2.000 litri e senza che l’azienda fornitrice se ne accorgesse, distrarre tali quantità di carico, senza poi registrare un conseguente ammanco al distributore ricevente la fornitura.

Eppure, questo sistema criminale sembrava infallibile, i ladri riuscivano a rubare e poi a rivendere senza farsi accorgere sia dall’azienda proprietaria e fornitrice del carburante che da quella incaricata del solo trasporto dalle raffinerie ai distributori al minuto.

Lo studio del fenomeno permetteva di appurare che nell’ordinario i passaggi legittimi necessari per rifornire di carburante i distributori finali sono i seguenti:

LA DITTA INCARICATA DEI TRASPORTI SI RECA CON AUTOBOTTE IN RAFFINERIA;

L’AUTOBOTTE CARICA IL PRODOTTO UNA PRIMA VOLTA E VA A SCARICARE NEI PUNTI VENDITA (DISTRIBUORI);

L’AUTOBOTTE FA RIENTRO IN RAFFINERIA PIU’ VOLTE AL GIORNO PER POI RIPETERE LE OPERAZIONI DI DISTRIBUZIONE.

Solo durante queste fasi i ladri potevano intervenire; bisognava, quindi, comprovare dove e come gli stessi venivano ad operare sulle autobotti svuotandole di parte del carico.

La Procura della Repubblica di Ragusa, considerati i primi riscontri, autorizzava la registrazione  video dei movimenti effettuati direttamente all’interno delle cabine delle autocisterne adibite al trasporto carburante e/o sul perimetro nelle parti del mezzo dove risultano installati i bocchettoni per il rifornimento.

Messe in opera queste attività tecniche, si riscontrava che alcuni autisti si erano accorti delle telecamere, in quanto avevano approntato sin da prima alcuni stratagemmi atti a segnalare se qualcosa fosse stato manomesso a bordo, così vanificando gli sforzi di indagine.

Questa loro ulteriore accortezza, ha permesso agli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa di richiedere un ulteriore affinamento delle tecniche investigative venendo autorizzate anche le intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Dagli ascolti, per quanto le attenzioni degli autisti fossero decisamente di alto profilo, gli investigatori riuscivano ad avere generiche conferme che molti di loro fossero coinvolti nei diversi furti con un’organizzazione capillare ed attenta ad evitare individuazioni.

Pedinati elettronicamente, i diversi autisti che partivano dalle zone del ragusano, erano soliti portarsi, subito dopo aver fatto rifornimento alle raffinerie di Augusta, presso una grande officina di TIR, denominata proprio “Tir Service” di proprietà di Bellistri e Cacciola; nello stesso piazzale vi era anche collocato un autolavaggio denominato “autolavaggio industriale” di proprietà dei fratelli Castrogiovanni, tutti oggi tratti in arresto.

Nasceva conseguentemente l’esigenza investigativa di installare in tali siti, ulteriori sistemi di videoripresa che potessero certificare le attività consumate all’interno della “Tir Service”. Dopo i primi giorni di osservazione elettronica, si apprendeva che all’interno dell’azienda di manutenzione camion veniva perpetrato il furto dalle autobotti e la ricettazione ad altre decine di acquirenti, molti dei quali noti professionisti della zona di Augusta così come tanti insospettabili. Gli autisti delle autobotti, dipendenti di una delle aziende specializzate in trasporto carburanti, dopo aver rifornito la cisterna presso la raffineria, si spostavano alla “Tir Service” e/o presso “l’autolavaggio industriale” per camion, entrambi presenti nello stesso sito ad Augusta in c.da Ogliastro. Una volta giunti presso queste due aziende, mettevano in opera una serie di accorgimenti illeciti; ad esempio scaricavano il carburante che avevano all’interno dei serbatoi dello stesso camion, ovvero quelli che servono per alimentare il motore della motrice (i serbatoi contengono fino a 2.000 litri, quindi un ammanco di 200 o 400 sono sempre giustificabili come maggiorazione consumi);  altro sistema era quello di prelevare il carburante proprio dalle stesse cisterne, perché per i trasportatori di tali prodotti è normativamente accettata una tolleranza dovuta all’evaporazione ed all’aumento del volume in base alle temperature, quindi “giocando” su questa tolleranza riuscivano a sottrarre altre centinaia di litri all’insaputa dei commissionari del carburante e dei titolari delle aziende di trasporto.

L’operazione illecita veniva contestualmente commessa da più autisti aventi sede a Ragusa, avendo gli stessi costituito una compagine criminale di alto livello e più che rodata. I correi, una volta caricato il carburante, si informavano sull’eventuale presenza degli incaricati dell’azienda vittima del reato, addetti al controllo.

Nel contempo si sentivano tra loro sempre telefonicamente o tramite radio ricetrasmittente al fine di monitorare la posizione dei verificatori/controllori che erano stati assunti proprio per arginare, invano, i furti, considerato che la rete criminale permetteva sempre di eludere i controlli.

Altra tecnica utilizzata era quella di avere la compiacenza di qualche distributore di carburante in provincia di Ragusa così come in tutta la Sicilia orientale, al quale scaricare carburante in più, trafugato sempre dai serbatoi del camion che in teoria avrebbero dovuto essere sigillati. Consegnati (a titolo di esempio) i 300 litri in più al distributore, quest’ultimo pagava il carburante ad un prezzo molto più basso e lo rivendeva a prezzo di mercato, con guadagno per tutti i complici.

Invece i prezzi del carburante trafugato ed illecitamente ceduto, variavano da 0.70 ad 1 euro per poi rivendere il tutto ad un prezzo di poco superiore, conveniente per tutti anche per gli acquirenti finali, come detto, risultati essere insospettabili residenti nelle province di Ragusa e Siracusa. In altre occasioni sono stati trafugati anche ingenti metri cubi di gas, stipati in bombole e travasati con metodi pericolosissimi.

I diversi sistemi utilizzati sono stati ampiamente documentati dalle immagini di intercettazioni video fatte nei luoghi utilizzati per trafugare il carburante rivenderlo.

Dalle indagini durate 6 mesi circa, è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni 15 arrestati e di altri 65 soggetti che sono stati denunciati in stato di libertà in quanto responsabili “solo” dell’acquisto del carburante presso la “Tir Service” o “l’autolavaggio industriale”. In pratica i clienti dei ricettatori, seppur rispondano anche loro del reato di ricettazione che prevede una pena che va dai 2 agli 8 anni, avendo avuto un ruolo meno grave degli organizzatori del sistema “Free Fuel”, sono stati denunciati in stato di libertà.

Gli acquirenti denunciati, sono quasi tutti residenti nel siracusano e costituiscono un gruppo eterogeno, in quanto comprendenti un po’ tutte le classi sociali, molti dei quali insospettabili; alcuni di loro, pur se di elevata posizione sociale, erano soliti ordinare grossi quantitativi di carburante pagandolo ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato. Il sistema, soprattutto nel piazzale dove insistono le due attività commerciali inserite a pieno titolo nell’attività illecita, era talmente rodato da diventare del tutto normale per gli impiegati delle imprese coinvolte.

Le modalità di rifornimento dei clienti erano inusuali ma consolidate. Gli arrestati che operavano nel piazzale ad Augusta, rifornivano (vedasi video telecamere intercettazione) con innaffiatoi per le piante, le autovetture richiedenti piccole quantità di carburante (50 lt al massimo), mentre i grossi quantitativi venivano ceduti con dei fusti riempiti ad hoc con grossi di tubi di conduzione.

Al termine delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Ragusa la Procura della Repubblica di Ragusa ha richiesto 19 provvedimenti restrittivi ed il GIP ha concesso 15 misure cautelari, trasmettendo poi gli atti alla Procura della Repubblica di Siracusa per competenza territoriale per tutti gli altri indagati.

LE CATTURE

Ieri 60 uomini della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre Mobili di Ragusa e Siracusa (che ha prestato piena collaborazione agli investigatori iblei titolari delle indagini), a bordo di, 25 autovetture, 2 moto ed 1 elicottero, fin dalle prime luci dell’alba, hanno dato conseguentemente esecuzione alle 15 misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica iblea.

5 sono state eseguite nei territori di Ragusa, Vittoria, Modica, Scicli e Pozzallo; 6 sono state eseguite ad Augusta (SR), 3 sono state eseguite nel calatino (CT), tra Mineo, Grammichele e Caltagirone ed una a Torino, luogo dove uno degli indagati aveva trasferito la residenza.

Durante il blitz, gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa hanno tratto in arresto anche CARNEVALE Fabio, nato a Siracusa nel 1984, il quale stava rifornendo la vettura di una signora. Nelle more del controllo, giungeva un’altra donna di professione architetto intenzionata a rifornire la sua autovettura.

Di concerto con l’Autorità Giudiziaria, è stato deciso di eseguire le misure cautelari sui luoghi di lavoro, per poi perquisire le abitazioni di ognuno dei destinatari.

Eseguito l’arresto, tutti i soggetti sono stati condotti presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa dove sono stati notificati gli atti a loro carico; si è poi proceduto al loro fotosegnalamento da parte della Polizia Scientifica e sono stati notificati anche gli avvisi di garanzia.

I SEQUESTRI

Sottoposte a sequestro preventivo le aziende “Tir Service” di proprietà di due degli indagati, al fine di evitare che il reato potesse essere reiterato dai soggetti rimasti in libertà e “l’Autolavaggio Industriale” per gli stessi motivi, ovvero per evitare che altri potessero perpetrare altri reati, considerato l’elevato volume d’affari.

Durante le perquisizioni sono stati sequestrati a casa di uno degli arrestati, 300 litri di carburante e nella dimora di un altro oltre 2.000 euro.

GLI ARRESTATI

Il G.I.P. presso il Tribunale di Ragusa ha emesso l’ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURA CAUTELARE a carico dei sotto indicati 15 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo dei reati p. e p. dagli artt. nr. 81, 110, 624 e 648 C.P.:

 

  1. AGOSTA Salvatore
  2. BELLISTRI Luca
  3. CACCIOLA Sebastiano
  4. CAPPUCCIO Giuseppe
  5. CASTROGIOVANNI Ivan
  6. CASTROGIOVANNI Marco
  7. CUDDÈ Giovanni
  8. IACONO Claudio
  9. IEMMOLO Michele
  10. NOVELLO Michele
  11. PUPILLO Daniele
  12. RINALDI Saverio
  13. SARACENO Antonino
  14. SPADARO Salvatore
  15. VENUTO Andrea
  16. CARNEVALE Fabio

cartellone arrestati