A Ragusa il 2018 si è chiuso con non buone notizie. La chiusura di attività commerciali non è mai una buona notizia. Altri due Bar hanno abbassato il 31 Dicembre 2018, e per sempre, le saracinesche;  in merito a ciò è intervenuto il consigliere comunale Mario D’Asta: “La questione della Ztl riapre un tema, quello del centro storico, più volte sollecitato in Consiglio comunale, che ritengo centrale per il rilancio strategico complessivo della città. Non sappiamo ancora se la riapertura al traffico di via Roma, magari con la creazione di una Ztl simile a quella già operativa a Ibla, possa essere la soluzione. Una cosa è certa. E cioè che per fare ripartire il centro storico superiore di Ragusa è indispensabile correre ai ripari il prima possibile. Perché rischia di non rimanere più nulla”.

Queste qualche giorno fa le parole di D’Asta che, dopo avere appreso i passi compiuti dalla Giunta municipale finalizzati a garantirsi l’ascolto delle problematiche principali che attanagliano il rilancio delle aree cruciali della città, attraverso incontri con commercianti e residenti, esprime preoccupazione per il fatto che un paio di bar, proprio nella centralissima via Roma, sarebbero destinati alla chiusura a partire dal prossimo anno. “Così come già accaduto per il Caffè Trieste nei mesi scorsi, luogo di ritrovo simbolo accanto a palazzo dell’Aquila – continua D’Asta – sembra ora che la stessa sorte sia riservata a due locali che sorgono in prossimità di quella che un tempo era la via definita il salotto buono della città, proprio all’angolo con corso Vittorio Veneto. Ciò rappresenta, da una parte, l’effetto di scelte sbagliate assunte nel tempo, dall’altra un immobilismo preoccupante che ha annichilito il centro storico in balia di se stesso”.

“Stiamo parlando – aggiunge D’Asta – di un vero e proprio problema dal punto di vista commerciale, che confermano lo scarso appeal dell’intera zona e la necessità di attivare tutte le contromisure necessarie per invertire la tendenza. Così, è chiaro, non si può continuare ancora per molto. E tutto il quadrilatero del centro storico superiore, un tempo area tra le più vivaci della nostra città, rischia di diventare un mortorio”.




“Sono necessarie, quindi – aggiunge D’Asta – politiche di incentivazione, inviti a calmierare gli affitti rivolti ai proprietari degli immobili esistenti in zona, la rivisitazione complessiva della viabilità per renderla più adeguata alle esigenze degli operatori commerciali, l’analisi di nuove strategie che, periodicamente, possano garantire un certo afflusso proprio verso le zone del centro. Ma anche il piano particolareggiato e il rilancio del teatro insieme alla capacità delle politiche a volume zero, con demolizione e ricostruzione, politiche abitative a sostegno delle giovani famiglie, iniziative di aggregazione culturale con un grosso centro polivalente e scelte rassicuranti sul tema della sicurezza. Pensare ad una città inclusiva non significa avere una città insicura e quindi diventa necessario innescare una rete permanente di controlli con nuovi investimenti sulla videosorveglianza. Ma ancora affidare immobili pubblici ad associazioni con la rigenerazione urbana dei locali stessi. Serve una cabina di regia che possa dare spazio ad una elaborazione complessiva e di prospettiva, una inversione di tendenza che possa dare speranza ed ossigeno ai commercianti e agli artigiani e ritrovo di serenità e fiducia alle famiglie”.

“Sembra che – conclude D’Asta – gli esercenti che hanno deciso di agire volendo chiudere i loro pubblici esercizi, facendosi quattro conti in tasca abbiano convenuto sull’unica soluzione possibile, il fatto, cioè, di non potere più andare avanti visto che il rischio era quello di indebitarsi sino al collo. Quanto sta accadendo in via Roma, e in altre zone simbolo della nostra città, non è soltanto condizionato dalla crisi ma sembra essere il frutto di scelte sbagliate che, sedimentatesi negli anni, devono essere, adesso, esaminate con attenzione affinché si possa recuperare il terreno perduto. Per questo, noi ci saremo per dare il nostro contributo”.