tratto da La Sicilia del 23 dicembre

Assolto perché il fatto non sussiste. Ci sono voluti sei anni e mezzo dall’inizio del processo, per mettere la parola fine ad una vicenda che ha visto sul banco degli imputati un uomo ragusano accusato di furto di rame. Nella sentenza emessa dal Tribunale di Ragusa l’uomo, che oggi è ufficiale di navi da Crociera statunitensi, è stato totalmente scagionato e si evidenzia come, molto probabilmente, invece, ci sia stata una certa incuria da parte dei tecnici del Comune di Ragusa. Per comprendere meglio l’intera vicenda, occorre fare un passo indietro e ritornare alla sera del 26 giugno del 2011. Erano all’incirca le 23:30 quando la polizia fermò, in Via G. di Vittorio nel capoluogo ibleo, una autovettura ritenuta sospetta perché troppo ribassata. Il controllo degli agenti portò al rinvenimento di una treccia di rame all’interno della vettura, nonché di attrezzi che avrebbero potuto servire a troncarla quali una tenaglia e una tronchesina.

Il conducente dell’auto, accompagnato da una ragazza, dichiarò di aver preso il rame, che appariva tranciato da poco, tra i rifiuti di fronte la stazione di Ragusa Ibla, nei pressi del fiume Irminio, circostanza confermata anche dalla donna che sedeva sul lato passeggero. L’indomani, fatte le opportune verifiche, gli agenti appurarono che la treccia di rame incriminata risultava esportata da un pozzo di proprietà del Comune di Ragusa, sito proprio nei pressi dell’Irminio.

A confermarlo un tecnico dell’Ente che riconobbe la treccia di rame in quella asportata dal pozzo, ammettendo che doveva servire per essere rimontata per la riparazione di una elettropompa, ma la denuncia del furto venne presentata solo in data successiva al fermo dell’uomo in via Di Vittorio. Durante il dibattimento in aula, il legale della difesa, l’avvocato Michele Savarese (nella foto), ha sostenuto, dopo aver sentito i testimoni, che il sopralluogo per il recupero della treccia di rame, venne effettuato dai tecnici dell’ente comunale solo qualche giorno dopo lo smontaggio della stessa. Insomma, per la difesa A.P, queste le iniziali dell’imputato, non ha fatto altro che raccogliere un rifiuto e se quella treccia di rame si trovava in quel posto è solo per una incuria dei tecnici del comune.

Una tesi sposata in parte dal giudice che non è riuscito a verificare alcuna azione delittuosa in questa vicenda non essendoci chiara una prova di colpevolezza, così l’imputato è stato assolto per non aver commesso il fatto. Per l’avvocato Savarese “sono stati spesi 6 anni e mezzo di processo per aver raccolto immondizia”, per il legale è palese come la treccia di rame sia stata incustodita dai tecnici del comune e rubata molto probabilmente da ignoti che poi l’hanno lasciata di fronte la stazione di Ibla”. Per l’ufficiale era stata chiesta una condanna a sei mesi di reclusione.