Prendersi cura dei più deboli è non solo un loro diritto sancito dalla legge, ma è anche un nostro preciso dovere nei confronti della società, ed i primi a dare il buon esempio dovrebbero essere quelli che per il bene del proprio territorio “lavorano”, quelli che tramite le elezioni vengono designati di certi poteri e per cui scaturisce una sorta di tacito patto che consiste nel pensiero che , ” io ho favorito la tua candidatura, ma tu politico in cambio mi prometti di operare per il bene mio e del mio territorio”.

Ma poi, nella realtà così non è, il  ruolo di molte figure istituzionali, si amalagama a quella che è la burocrazia delle amministrazioni, quella che non dà risposte, quella che scarica le responsabilità su altri uffici, forse per inerzia, forse per incompetenza o forse noia, ma non perchè non ve nè siano di risposte, chi ha studiato per le mansioni a cui oggi è preposto, sa qual’è  la procedura da attuare in ogni situazione che gli si presenti e che attenga al suo lavoro.

La storia che mi viene raccontata da una madre stasera ha dell’incredibile!

Paolo (nome di convenienza) ha pochi mesi, è affetto dalla nascita da una gravissima malattia per cui è costretto a stare tutto il giorno in posizione orizzontale, è alimentato artificialente, ed inoltre è attaccato a vari macchinari che gli consentono di vivere e di monitorare i suoi organi vitali.

La settimana scorsa è stata inoltrata dalla madre, formale richiesta ai VV.UU. per un posto auto per disabili vicino l’abitazione del bimbo, visto che periodicamente Paolo ha bisogno di controlli e visite specialistiche e con l’arrivo del freddo dover uscire di casa e camminare con il freddo o peggio sotto la pioggia potrebbe compromettere seriamente la sua salute.

La richiesta è stata correlata da regolare documentazione che attesta lo stato di invalidità del bimbo (semmai ce n’è fosse bisogno) ebbene, i VV.UU. hanno liquidato la domanda con un semplice – “non è un compito nostro ma del sindaco” -.

Con la stessa documentazione, la madre, seduta stante, si è recata dal sindaco che ha  risposto -” questa non è competenza mia, ma dei VV.UU.”-

Ancora una volta, con la stessa documentazione la madre si reca dai VV.UU. chiedendo stavolta risposte concrete, ma aimè, il viaggio sortisce risposta ancor negativa,- “NON E’ DA NOI CHE DEVE INOLTRARE LA DOMANDA, MA AL SINDACO”-.

A questo punto delusa e stanca per il mancato risultato ottenuto, la madre torna a casa dal suo Paolo.

In tutto questo andirivieni, volevo far notare, che “noi” stiamo giocando con la vita di un bambino, “noi” abbiamo fallito il nostro dovere di protezione nei suoi confronti, come cittadina sciclitana mi sento di dover chiedere scusa a questi genitori, ma più che altro a Paolo, perchè a causa di quisquilie burocratiche e forse gente incompetente, si ritrova a dover subire questa situazione, spero che nel più breve tempo possibile la cosa si risolva e spero che non sia la madre di Paolo a dover interessarsi della questione, ma che chi di dovere, si adoperi per farsì che ciò che è un diritto di Paolo divenga tale.

Un’ ultima nota, da domani quando camminiamo per le vie del paese, controlliamo che le auto parcheggiate nei posti per disabili abbiano l’apposito cartellino esposto e ben visibile, diffidate dalle fotocopie, sono quasi tutte false, pretendete che venga esposto l’originale, e se qualche auto non ha il relativo cartellino chiamate i vigili e fate portare via l’auto, facciamolo per Paolo.

Margaret Migliore