La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

NDOMGO Tijan nato in Gambia, 24 anni  SAGNA Jean nato in Senegal, 26 anni.

Secondo i testimoni sono loro ad aver condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. 

I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.




MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

Giorno 22 Novembre arrivava una segnalazione di IMRCC di Roma che segnalava la presenza di un gommone in area S.A.R. libica. La nave della Marina Militare spagnola “CANTABRIA”, intorno alle ore 09.30 procedeva verso il punto segnalato e dava soccorso ai migranti. Su segnalazione della IMRCC Roma, alle 16.05, i migranti venivano trasbordati sulla nave della Marina Militare irlandese “L.E. Niamh”, in assetto Eunavformed che, nell’occorso, aveva già operato il soccorso di altre due gommoni. La stessa faceva rotta presso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 9.00 di ieri.

LE INDAGINI




Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 2 scafisti e denunciati altri due, uno dei quali minore.

Dalle indagini è emerso che i migranti, quasi tutti somali ed eritrei, erano partiti dai loro paesi attraversando vari stati per poi giungere in Libia dove erano presenti loro connazionali che, in accordo con i libici, si premuravano di farli salpare a bordo di imbarcazioni verso l’Italia non prima di aver incassato 2.500 dollari.

I migranti nonostante fossero molto provati da un viaggio estenuante, hanno dimostrato di essere collaborativi fornendo un importante contributo agli investigatori per l’individuazione dei responsabili del reato di favoreggiamento.

I testimoni hanno riferito che gli scafisti fossero in un altro sito rispetto al loro e che i libici non li avevano fatti pagare in cambio della conduzione del natante.

Due degli scafisti, tra questi un minore, sono stati denunciati in stato di libertà. Non sono stati sottoposti e fermo in quanto sono stati raccolti indizi di reato ma non gravi, pertanto non era indispensabile procedere al privazione della libertà, anche per la minore età di uno di questi.

Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017 sono 97 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.