La signora Paola Gugliotta, titolare di una falegnameria industriale nella zona Asi di Pozzallo con nove dipendenti rischia, il 14 luglio, di perdere la casa e il capannone, che potrebbero essere messi all’asta. La donna è riconosciuta dallo Stato come vittima di usura ed estorsione: in un momento di crisi economica e di imminenti scadenze era finita nelle mani degli strozzini e poi degli estorsori. Paola Gugliotta ha denunciato i fatti aderendo al Fondo di solidarietà  offerto agli operatori economici, ai commercianti, agli artigiani, ai liberi professionisti vittime di estorsione, ma oggi lo Stato non ha accreditato le somme alla signora, che sarebbero vitali per il proseguo dell’attività aziendale e soprattutto il magistrato non ha prorogato la sospensione dell’attività esecutiva relativo al pignoramento immobiliare, come prevede l’articolo 20 della legge 44 del 1999.

Il 14 luglio la vittima dell’estorsione rischia di <<perdere due beni immobili per l’immobilismo dello stato>>, denuncia Marcello Guastella, del “comitato no aste giudiziarie” che ha postato un appello pubblico su Facebook: “Siamo stati vicini e lo siamo fattivamente alla famiglia Gugliotta. Il comitato auspica che le istituzioni possano dare le risposte dovute nel più breve tempo possibile, chiede su mandato della stessa famiglia un incontro con le associazioni antiracket del territorio.

Sempre su mandato della stessa famiglia chiede di non intraprendere attività di collette perché il problema è altrove. Altresì auspica vicinanza e solidarietà”, si legge nel post.

I coniugi Gugliotta lottano per la legalità  e per garantire un futuro ai figli.

Intanto proprio l’8 luglio scade il termine per la famiglia Pacetto di Cava d’Aliga la cui casa, messa all’asta, ha già gli acquirenti che non hanno alcuna intenzione di lasciarla agli originari proprietari.

L’8 luglio i Pacetto devono lasciare l’immobile ma anche in questo caso si prevede, ancora una volta, l’opposizione del Comitato No Aste.

Viviana Sammito