braccialetto elettronicoAlmeno 700 attendono il dispositivo per uscire dal carcere ed essere sottoposto agli arresti domiciliari ma il ministero dell’Interno non indice la gara d’appalto da più di un anno. Oggi è arrivata una buona notizia da parte della Fondazione dell’Avvocatura Italiana. Una battaglia che ha condotto anche il penalista catanese, Giuseppe Lipera, che difende la famiglia Pepi di Vittoria accusata dell’omicidio dell’agricoltore, Giuseppe Dezio.

Privare della libertà un detenuto perché non ci sono i braccialetti elettronici. Succede in Italia dove 700 persone rimangono in carcere perché il  ministero dell’interno non ha indetto la gara d’appalto, nonostante la concessione di una misura cautelare meno afflittiva, quella degli arresti domiciliari.  La notizia è che il Viminale ha riferito che ha ottenuto il via libera dal ministero dell’Economia e il nuovo bando dovrebbe essere pubblicato nel giro di una settimana o massimo due. Si tratterà di una gara europea, con cui il governo si assicurerà, e questa è la seconda buona notizia, «di un numero decisamente più elevato di braccialetti elettronici per l’esecuzione delle misure fuori dal carcere», forse 10mila. A farlo sapere è stato “Il Dubbio”, della Fondazione dell’Avvocatura Italiana che ha fra le sue finalità la valorizzazione dell’avvocatura e la divulgazione dei diritti di difesa della persona. «In ogni caso predisporremo il bando sulla base del fabbisogno indicato dal ministero della Giustizia», hanno spiegato dal dicastero guidato da Angelino Alfano. In Italia erano disponibili solo 2000 dispositivi, come previsto dalla fornitura Telecom, in un arco temporale esteso, dal 2012 al 2018.  La compagnia aggiudicatrice sarà tenuta a fornire le apparecchiature in un arco temporale di due anni, cioè per il biennio 2017-2018.

Doveva essere indetta una nuova gara, ma è da un anno che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando aspetta una risposta da Alfano sull’indizione del nuovo appalto. Dal Viminale si apprende anche che l’orientamento dell’amministrazione è di «stabilizzare la procedura: un bando per i dispositivi verrà aperto a intervalli biennali, in modo che il Dap, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria,  non si trovi mai privo di dispositivi com’è accaduto in quest’ultima fase». Sul tema, l’Unione delle Camere penali ieri ha organizzato la “Giornata dei braccialetti” al nuovo palazzo della giustizia di Firenze, durante la quale è stato affrontato anche il dramma del sovraffollamento nelle carceri. Il penalista catanese, Giuseppe Lipera, è riuscito dopo un’ininterrotta battaglia a rimettere in libertà i fratelli vittoriesi Antonio, Alessandro e Marco e il padre Gaetano Pepi, accusati dell’omicidio dell’agricoltore Giuseppe Dezio il 2 febbraio scorso a Vittoria. Anche loro dopo 9 mesi di carcere, durante i quali ha ammesso le responsabilità sul delitto Gaetano Pepi, rischiavano di rimanere detenuti in attesa dei braccialetti elettronici, fino a quando il Gip ha autorizzato i domiciliari a 100 km di distanza da Vittoria  e soprattutto senza il dispositivo.

Una battaglia che l’avvocato Lipera, insieme con altri legali e associazioni, continuerà in difesa dei 700 detenuti in carcere , che attendono i tempi lunghi dei ministeri, o dei misteri italiani…

Viviana Sammito