NELLA MIA PRIGIONE

Io ti amo in silenzio perché tu sia libera.
E per la tua libertà
imprigionai quei sogni
che mi condannasti a sognare.

O secondina della mia anima
nel tuo mazzo di chiavi
avesti quelle delle celle più segrete!
Prigioniero di me stesso per te,
prigioniero per i tuoi occhi
che talora si incontrano nei miei
lasciando messaggi di luce,
mi nutre il pane di un tuo sorriso,
ristora la la mia sete
l’acqua dei tuoi occhi
specchi di un mare calmo,
mi scaldo al fuoco d’un vecchio desiderio,
mi fa ombra la tua capigliatura.




E’ una dorata prigione la mia!
Nessuno viene a trovarmi,
son solo ma libero,
libero di pensarti come mi piaci,
d’inventarti con me dovunque
e chiamarti con un nome sempre nuovo
perché ti rinnovi come il giorno.
A volte ti penso immutabile come un fiume
ma non so verso che mari ti porti
e mi faccio triste;
tante domande mi feriscono come coltelli:
cosa attendi lassù al tuo balcone,
per chi si aprirà il tuo sorriso
bianco come la spuma del mare
e chi navigherà le tue calme acque
dove m’ancorai mutamente?
D’un tratto ho un gran voglia d’evadere
per incontrare i tuoi occhi infinitamente buoni
dove s’arrestò la giostra del tempo.

Ma non bastano le ali dei miei versi
né serve chiamarti dal buio d’una cella
perché sei tanto distante
e non giunge ai tuoi silenzi
la mia voce che ti invoca esausta
e nemmeno puoi dar sollievo
alla mia anima che geme in un lamento.
Ma penso alla tua libertà e sono felice:
così ti amo nella prigionia in cui mi costrinsi
fra tanti sogni fabbricati come pareti.
Ma poi viene la notte e là io fuggo, e là ti attendo
dove verrai, puntuale, a farmi visita!

Gianni Rossini