cacao e gelsominoCacao e  fiori di gelsomino. E’ il nuovo matrimonio in bianco e nero che aggiunge un sapore esclusivo alle già mille sfaccettature del cioccolato modicano che annovera altri singolari gusti – rosa pepata, bergamotto, chiodi di garofano, basilico, rosmarino – . Una ricetta che, secondo l’antica ricetta del Seicento  – era stata creata per il Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici dal medico ed erudito Francesco Redi e che  dà forma e singolare fiorito aroma al Cioccolato al Gelsomino.

Dopo tre secoli, e grazie allo spirito d’iniziativa di due imprenditori siciliani, Franco Ruta dell’Antica Dolceria Bonajuto di Modica, e Filippo Figuera dei Vivai Malvarosa di Giarre (Ct) che individualmente erano venuti a conoscenza della ricetta, sarà possibile degustare il Cioccolato del Granduca sabato 27 settembre in occasione della “Festa dei Gelsomini” a Giarre, nel catanese alle  18.

La ricetta – contenuta in una raccolta postuma del Redi, che fu anche accademico della Crusca – è assai complessa e richiede tempo, pazienza e, soprattutto, un enorme quantitativo di fiori di gelsomino. Ben 250 al giorno per dieci giorni mischiati a un chilogrammo di fave di cacao. Fiori in boccio, raccolti al crepuscolo, prima che si aprano e sprigionino quel loro intenso e delicato profumo da cedere, nello spazio di 24 ore, al cacao. I fiori durano un solo giorno e la sera si ricomincia con un nuovo raccolto di boccioli di gelsomino. Quindi la sapiente lavorazione a freddo, su pietra. Nel caso del cioccolato di Modica il metate, la pietra ricurva su cui ancora oggi – come facevano gli antichi Aztechi – vengono macinati i semi di cacao insieme alle spezie.

La magia del cioccolato modicano non smette di stupire.

Viviana Sammito