RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO, LETTERA APERTA AL SINDACO DI MODICA

Tre o quattro giorni or sono ho chiesto lumi al sindaco di Modica su una vicenda che riguarda il pagamento dei consumi di energia elettrica maturati dal 2008 al 4 dicembre 2013. Consumi in gran parte vecchiotti, sia ben chiaro, ma che, comunque, gravano sul Comune. La vicenda, per chi non la conoscesse, è questa.

Il Comune, come tutti gli umani, ha bisogno di elettricità, non solo durante la notte ma anche durante il giorno, quando il sole spacca le pietre. Ne consuma grandi quantitativi. Fate conto, all’incirca, tra cinque e cinque milioni e mezzo di euro all’anno. La Società fornitrice, l’Enel Energia S.p.A., naturalmente, con periodicità costante presenta le fatture e dev’essere pagata. Quasi sempre, per non dire sempre e puntualmente, il sindaco non paga. Discutere qualunque motivazione è ininfluente, poiché l’Enel contabilizza, presenta il conto e vuole il pagamento. In quest’àmbito ha grande importanza la personalità del sindaco. Quello di Modica, ad esempio, ha manifestato una sensibilità differenziata verso gli avvenimenti che riguardano la Città. E’ splendido nelle feste e nei rattoppi stradali, poiché spende e spande senza limiti, e si trasforma in geloso collezionista di debiti quando si debbono pagare i servizi essenziali. Sia ben chiaro, mi rivolgo a chi mi accusa di avercela sempre ed eternamente col sindaco, che questo mio giudizio tiene conto anche delle difficoltà finanziarie oggettive in cui versa la maggior parte dei comuni d’Italia. Se si spendesse solo per l’essenziale, probabilmente, non ci sarebbe nulla da ridire. Sino a quando, però, al momento in cui si deve pagare un servizio riveliamo di non essere affidabili, e poi, pungolati dalle scadenze festaiole, che nulla o poco producono, ci presentiamo con l’orologio d’oro al polso e la puzza sotto il naso, queste riflessioni non possono contenersi senza che ne soffra anche lo stomaco.




Tra il 2008 e il 4 dicembre 2013 è maturato un debito Enel di 19.866.525,38 euro.Per evitare il rischio di possibili ingiunzioni giudiziarie, il sindaco ha proposto alla Società creditrice (Banca Sistema quale cessionaria del credito da parte di Enel Energia S.p.A.), era l’11 novembre 2013, un pagamento dilazionato previa transazione dell’importo. A farla breve ha proposto di chiudere la partita pagando 16.300.000,00 euro da corrispondere in sei rate: 13 milioni immediatamente, un milione entro il 31 gennaio 2014 e 2.300.000,00, più gli interessi al 4%, in quattro rate annuali di  628.624,66 euro, a partire dal 30 novembre 2014.

La proposta è stata accettata e sottoscritta il 10 dicembre 2013.

Il sindaco ha pagato puntualmente le prime quattro rate, ma ha mancato la quinta (e, di poi, la sesta). L’inadempimento è iniziato il 30 novembre 2016. L’ente creditore ha atteso il pagamento sino al 23 luglio 2017; considerata, però, l’assoluta inerzia del Comune, il giorno dopo ha comunicato la risoluzione della transazione e ha intimato il pagamento di 6.762.966,58 euro a titolo di capitale, a parte gli interessi maturandi sino al saldo.

Il Comune ha continuato a far orecchie da mercante, per cui Banca Sistema ha presentato ricorso per decreto ingiuntivo chiedendo il pagamento della somma di 6.844.711,77, oltre agli interessi di mora. Il ricorso è stato presentato il 28 giugno 2018.

Naturalmente sono andati perduti tutti i benefici della transazione, poiché la somma da pagare è passata da 16 milioni e 300 mila euro a 19.866.525,38 e, in più, è stato chiesto il pagamento degli interessi al tasso corrente sul  mercato per tutti gli anni in cui è durata l’inerzia del Comune. A farla breve, da 2.300.000,00 euro residui il debito è schizzato a 7.000.000,00 circa. Chiunque intende che il sindaco doveva avere ben altro a cui pensare nella prima metà del 2018. Soldi non ce n’erano, ma quei pochi che c’erano dovevano essere impegnati su altri fronti.

Il 12 ottobre 2018, infine, il sindaco medesimo ha dato ordine, con determina n. 2631 del 12 ottobre 2018, di presentare opposizione al decreto ingiuntivo e, dunque, di non pagare. Ha torto su tutti i fronti, non è necessario che lo dica io, ma l’opposizione serve a prender tempo. In dialetto modicano la situazione è espressa bene dal detto: «sceccu zuoppu pigghia vantagghiu». C’è solo un neo: ogni giorno che passa gli interessi lièvitano. Il sindaco, interpellato dal giornalista di Videomediterraneo, ha dichiarato che quanto da me pubblicamente scritto e detto non è esatto e che, anzi, esiste già una nuova transazione che supera la precedente e prevede un accordo senza danni per il Comune. Che debbo dire? Auguri al Comune prima e al sindaco dopo. Io curo l’interesse dei cittadini e, se tale interesse coincide con quello del sindaco, curo con gioia anche il suo interesse. Egli ha affermato, a ridosso della mia interrogazione, che esiste una nuova transazione che supera quanto da me disvelato. Io, tra sbagliare e veder pagare, inutilmente, tanti soldi pubblici, preferisco sbagliare. Se ad ogni mia figuraccia entrassero settemila euro, si farebbe presto a risanare le casse. Io mi impegnerei a farne tante e il sindaco sarebbe pure, immagino, felice. Egli, ad ogni buon conto, provveda a render pubblica, almeno ai giornalisti, la nuova transazione. Con preghiera di ritenermi, se così stanno le cose, una Sua convinta sostenitrice.

 Ivana Castello

   Consigliere comunale del PD