Messa alla prova: questa la richiesta avanzata oggi, 5 dicembre 2018, dai legali dei due ragazzi di Modica accusati di omicidio preterintenzionale in concorso per la morte del loro concittadino Angelo Partenza, con l’aggravante “di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. I due giovani sono ricomparsi presso il Tribunale dei Minori di Catania, dov’era fissata l’udienza in seguito alla precedente richiesta di rito abbreviato formulata dai loro avvocati nel corso dell’udienza preliminare, fissata a giugno in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Pubblico Ministero della Procura dei Minori catanese titolare del procedimento, la dott.ssa Silvia Vassallo.




La presidente del Collegio, Gup dott.ssa Alessandra Chierego, ha voluto risentire i due minori, i cui legali hanno quindi avanzato la richiesta di MAP. Il Sostituto Procuratore, inizialmente contraria, si è riservata se accogliere o meno l’istanza dopo ulteriori approfondimenti sulla personalità dei due imputati. L’udienza è stata quindi rinviata al 15 maggio 2019: in quella sede o sarà accordata la messa alla prova, con conseguente sospensione del procedimento, oppure, nel caso contrario, il processo andrà avanti. Duro il commento del cognato della vittima, prof. Vincenzo Di Martino, che con la moglie, Giuseppa Partenza, e con Studio 3A, che li assiste, si è battuto con forza per dare impulso alle indagini e per rendere giustizia al loro caro, portando il caso anche nella nota trasmissione “I fatti vostri” di Rai Due. Siamo assolutamente contrari alla messa alla prova. Comprendiamo perfettamente che si tratta di minori, ma proprio per questo devono ricevere una lezione adeguata alla gravità del crimine commesso, che non può essere qualche mese di servizi sociali – spiega il Professore – Qui non si tratta di una marachella: c’è scappato il morto. Possibile che la vita di una persona non valga nulla? Che messaggio si dà alla pubblica opinione? Se dovesse finire così in Italia non ci sarebbe proprio giustizia”.

Il grave episodio è venuto alla luce il 3 febbraio 2017Partenza, che abitava da solo, è stato trovato senza vita nella sua casa. Dalle indagini è emerso che il 64enne era rimasto vittima di un’aggressione per mano di alcuni ragazzi pochi giorni prima. A riferirlo lui stesso nella querela presentata dopo il fatto alla locale stazione dei carabinieri. Partenza spiegava di essere stato da tempo nel mirino di un (allora) 15enne che abita nella sua stessa via e di un gruppetto di suoi amici e coetanei, tutti di Modica, che lo infastidivano spesso. Il 19 gennaio, a mezzogiorno, l’uomo e il ragazzino vicino di casa, che era con altri amici, si sono casualmente ritrovati faccia a faccia nella piazzetta della chiesa di Santa Maria di Betlemme ed è scoppiato un alterco. A quanto denunciato dalla vittima, uno dei ragazzi, che allora aveva 16 anni, lo avrebbe strattonato e gettato per terra facendogli sbattere il capo e colpendolo ancora con calci e pugni. Finché un avvocato, il cui studio dà sulla piazza, sentite le grida, è corso in strada mettendo in fuga gli aggressori.

In preda a forti dolori al volto e in tutto il corpo, Partenza si è rivolto al medico di famiglia che l’ha invitato a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dove i sanitari gli hanno riscontrato una brutta frattura della parete anteriore laterale, mediale e superiore del seno mascellare destro, una frattura delle pareti laterale e mediale dell’orbita destra, un enfisema sottocutaneo a livello della regione orbitaria e malare destra e la scoliosi sinistro convessa del setto nasale, a conferma di come i colpi subiti si fossero concentrati proprio sulla testa, per una prognosi di trenta giorni salvo complicazioni. Complicazioni che purtroppo si sono verificate, conducendo l’anziano alla morte.




A fronte di questo antecedente così ravvicinato, la sorella della vittima, per fare luce sui fatti, chiarire le cause del decesso del fratello e ottenere giustizia, tramite il consulente personale Salvatore Agosta, si è rivolta a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Messa al corrente dei fatti e identificati i giovani coinvolti, la Procura di Ragusa ha iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio preterintenzionale il 15enne vicino di casa della vittima e l’amico 16enne principale responsabile del pestaggio e ha trasmesso il fascicolo al competente Tribunale dei Minorenni di Catania. Qui il sostituto procuratore, dott.ssa Vassallo, ha disposto l’esame autoptico sulla salma per stabilire le cause del decesso, incaricando il medico legale dott. Giuseppe Iuvara. Il consulente tecnico ha stabilito che Partenza è deceduto in seguito ad “un arresto cardio-respiratorio realizzatosi per compressione (meccanica) dei centri cardio-respiratori del tronco encefalico, nella notte tra l’1 e 2 febbraio 2017, che la compressione si è clinicamente determinata a causa dell’espansione di un voluminoso ematoma subdurale” e che, soprattutto, quest’ultimo “è in nesso causale con le lesioni riportate il 19 gennaio 2017”, cioè con le botte.

A seguito di tali conclusioni, la dott.ssa Vassallo il 3 novembre dell’anno scorso ha depositato, a chiusura delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei due imputati, il più grande dei quali, peraltro, G. A. L., nel frattempo è diventato maggiorenne, mentre l’altro ha 17 anni. Con la conseguente fissazione dell’udienza preliminare e l’avvio del processo. Che però potrebbe interrompersi prima di entrare nel vivo.