fumo negli occhiCommedia comica dal finale amaro questo “Fumo negli Occhi” di Faele e Romano portato in scena al Teatro Garibaldi dalla compagnia teatrale Chiaramonte Gulfi, per la mini stagione amatoriale, domenica 22 maggio p.v. con inizio alle ore 19.00.

Al centro del testo, ben curato dalla regia di Lucio Brullo, scritto alla fine degli anni Cinquanta, il boom economico del dopoguerra, l’inizio della civiltà consumistica e soprattutto la competizione tra le famiglie medio – borghesi costrette a esibire una ricchezza più apparente e desiderata che reale

Lo spettacolo è ambientato nell’appartamento di una famiglia di quell’epoca e racconta le vicissitudini del povero bancario Casimiro alle prese con una famiglia con la smania del benessere e dell’apparire e soprattutto vessato dalla moglie Rosa, in continua competizione con l’esuberante dirimpettaia, la signora Pipitone.

Nella famiglia anche i due moderni figli Patrizia e Lello, la cameriera Liberata, la svagata sorella di Casimiro, Tinuzza.

Nel contesto comico-grottesco della vicenda s’innesca, nel finale, Luigi, un simpatico topo d’appartamento che fraternizza e compatisce i poveri Cassarà.

Nella pièce di Faele e Romano, si evidenzia la brama di  voler apparire diversi rispetto a quello che si è nella realtà, per cui si assume una forma esteriore e degli atteggiamenti, che non coincidono con il nostro modus vivendi, con le nostre reali condizioni economiche.

Nei due atti non mancano le situazioni esilaranti, le trovate e le battute che divertono il pubblico, come mettere in mostra l’antenna tv senza possedere il televisore o una falsa vacanza a Capri in un fine luglio con tutta la famiglia tappata a casa, mentre la vicina è a Taormina e la visita di un ladro che, alla fine, riconosce anche lui le modeste condizioni della famiglia.

Il finale, però, è amaro: infatti si scopre che le agiate condizioni della vicina sono frutto delle ruberie in banca del marito prossimo a finire in prigione ed alla fine, dalle parole del capofamiglia ecco la morale: è meglio condurre una vita semplice, senza inutili fronzoli, ma godere di una esistenza onesta e dignitosa, consapevoli del proprio status e della condizione sociale, senza mascherare invece la propria realtà.