giorgio pucciaE dopo la condanna per la tentata violenza privata di Giorgio Puccia, titolare della ditta che gestisce i rifiuti a Modica, ha parlato il legale,  Mario Caruso, dichiarandosi fiducioso di un’assoluzione in appello, considerato anche che il pm aveva chiesto il proscioglimento. Sono cadute le accuse, lo ricordiamo, di tentativo di estorsione e omesso versamento di contributi previdenziali.

Tentata violenza privata. Questo è l’unico capo d’imputazione contestato  a Giorgio Puccia, titolare dell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Modica, che gli è costato una condanna a tre anni di reclusione, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, il pagamento del risarcimento danni a sei netturbini, costituiti parti civili e delle spese processuali.  Non c’è invece l’accusa della violenza o minaccia per costringere a commettere reato, come detto in un primo momento, e sono caduti, come già scritto nel precedente articolo, due capi d’imputazione: la tentata estorsione e l’omesso versamento dei contributi previdenziali. Assolto per questi due ultimi reati con l’articolo 530 al comma 2: cioè per mancanza di prove. Il legale di Giorgio Puccia, Mario Caruso,  si è detto amareggiato perché non è stata considerata parte della documentazione che sconfessava alcune dichiarazioni di alcuni testimoni ma si è anche detto fiducioso  che in seguito all’impugnazione della sentenza, Puccia sarà assolto  anche relativamente all’imputazione per il quale il tribunale lo ha ritenuto colpevole, nonostante la richiesta di proscioglimento formulata dal pubblico ministero. Il collegio dei giudici, presieduto da Vincenzo Saito, si è preso 90 giorni per depositare la motivazione.

Viviana Sammito