roberto cannataStamattina nella chiesa del Sacro Cuore sono stati celebrati i funerali del 67enne modicano Roberto Cannata deceduto all’ospedale Maggiore di Modica, prima di essere sottoposto a un intervento chirurgico, e dopo essere stato dimesso tre volte.

Un silenzio dignitoso, rotto da tre colpi di campana, ha accompagnato stamattina il feretro di Roberto Cannata, seguito dalla moglie e dai tre figli, Lorenzo, Dario e Peppe, nella chiesa del sacro cuore a Modica.  Oggi è il giorno del distacco: quello doloroso seguito da tanti perché.

La causa della morte è da ricercare nelle pagine della relazione dell’autopsia che sarà redatta entro 90 giorni a partire da oggi, dal medico legale, nominato dalla procura di Ragusa, Walter Di Mauro.

Sono nove i medici iscritti sul registro delle notizie reato, come atto dovuto, dal pm, Monica Monego.

Gli avvisi di garanzia sono arrivati ai legali e ai consulenti per informarli che devono essere presenti a un atto garantito: l’autopsia, effettuata ieri, sul corpo di Roberto Cannata, morto lunedì scorso prima di essere operato allo stomaco nel reparto di Chirurgia e dopo essere stato dimesso tre volte.  Le prime due i medici avevano diagnosticato, al pronto soccorso, un virus intestinale invece Cannata aveva un’occlusione all’intestino. La terza volta si sono accorti della gravità della situazione e hanno urgentemente preparato il paziente per l’intervento, ma poco dopo Roberto se né andato. La famiglia, parte offesa, era presente con un proprio consulente, il medico legale ragusano Vincenzo Cilia, ed è assistita legalmente da Salvatore Campanella. Tre dei nove medici indagati sono difesi dall’avvocato modicano Ignazio Galfo: sono due medici del pronto soccorso, di cui uno presente al terzo accesso di Cannata al nosocomio e il secondo professionista era presente quando la vittima per la seconda visita è tornata all’ospedale. L’altro indagato è l’anestesista. 8 dei 9 medici hanno nominato consulente, Giuseppe Iuvara, mentre uno di loro la dott.ssa Bonfiglio.  L’Asp ha aperto un’indagine interna.

Viviana Sammito