Revocare l’ordinanza che dispone la chiusura dei negozi del polo commerciale il Lunedì di Pasquetta. Lo chiedono unanimemente Giancarlo Manenti e Giorgio Moncada, dell’Ascom, al sindaco di Modica, Ignazio Abbate.

Secondo i due esponenti di categoria non era necessario il provvedimento del primo cittadino poichè è stato raggiunto un accordo con i titolari delle aziende interessate.

“Il dialogo – spiegano Manenti e Moncada – ci aveva già fatto decidere di chiudere le nostre attività per le festività pasquali, in ossequio ad una tradizione almeno ventennale. La concertazione tra gli esponenti di categoria ha portato a questo, quindi, l’ordinanza va revocata”. Abbate aveva emesso l’ordinanza, dopo avere incontrato un discreto numero di lavoratori che lo avevano esortato ad intervenire affinchè potessero avere la possibilità di trascorrere la Pasquetta in famiglia, visto che era fortemente ipotizzabile l’apertura di alcuni centri commerciali. Con un’ordinanza, il primo cittadino, aveva motivato il suo provvedimento per motivi di sicurezza stradale, alla luce dell’intensificarsi del traffico veicolare per le feste”.




“E’ bastata una semplice interlocuzione anche con il Centro commerciale «La Fortezza» – spiegano ancora i due rappresentanti degli esercenti affinché tornasse sulla propria decisione, condividendo di rispettare la tradizione di «chiusura». «Il dialogo, quando c’è è sempre foriero di buone cose, mentre le imposizioni provocano solo scompensi. E’ difatti irrispettoso verso le aziende commerciali e l’impresa in genere, farla apparire come fuorilegge e dissacrante dei valori, nella fattispecie quello religioso e della famiglia. La classe imprenditoriale della nostra terra non merita questo, e lo rivendichiamo con grande orgoglio.

Se fosse fondata la supposta motivazione della «incolumità e sicurezza pubblica», il sindaco non ritiene forse che la prefettura di Ragusa sia del tutto in grado di garantire tutto ciò con uomini e mezzi, come accade nel resto della provincia? Viceversa, se le reali motivazioni dell’ordinanza di chiusura dei negozi fossero altre – conclude la nota – ad esempio il trattamento del personale, non è di certo con queste scelte impositive che si possono risolvere i vari problemi del comparto”.