“Mediterraneamente” cantata allo Zecchino d’Oro dal ragusano Alessandro Gibilisco diventa “Solcando le Onde”: la canta Tonino Carotone
- 4 Giugno 2019 - 12:47
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“Solcando le onde” è il nuovo singolo di Tonino Carotone accompagnato dal Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano, diretto da Sabrina Simoni. Una canzone che affronta l’argomento migranti, con un focus particolare sul Mediterraneo.
Il brano, scritto e prodotto insieme a Giuliano Ciabatta, che farà parte del nuovo disco del cantautore basco che vedrà la luce nell’autunno del 2019, è stato presentato allo Zecchino d’Oro del 2017 dal ragusano Alessandro Gibilisco. La canzone interpretata dal “piccolo” Alessandro ha come titolo “Mediterraneamente”.
TESTO
Prendi un foglio di carta
costruisci una barca
poi la metti nel mare
e la fai navigare,
e solcando le onde
verso sogni lontani
pensa a quanti bambini
stanno per arrivare.
Pensa a quante avventure
tra speranza e paura.
Su, più su, poi giù, più giù,
di qua, di là,
senza confini.
Su, più su, poi giù, più giù,
di qua, di là,
senza confini.
Prendi un foglio di carta,
costruiamo una scatola,
ci mettiamo dei banchi
e un maestro di scuola.
Tanti volti diversi
e linguaggi un po’ strani,
ora tanto vicini
da poter capire.
Pensa a questa avventura
senza più paura.
Mediterranea-mente,
guarda quanta gente
come uccellini,
questo girotondo,
sembrano gabbiani
anche controvento
sanno già volare.
Vanno su, più su, poi giù, più giù,
di qua, di là,
senza confini.
Su, più su, poi giù, più giù,
di qua, di là.
Mediterranea-mente,
pensa quanta gente
come pesciolini.
Mediterranea-mente,
guarda quella gente
come uccellini.
Mediterranea-mente,
pensa quanta gente.
Mediterranea-mente,
guarda quella gente.
Senza confini,
senza confini,
senza confini,
senza confini.
«Non potrò mai dimenticare e mai dimenticherò quelle tristi, orribili e spaventose immagini trasmesse dal telegiornale – dichiara Tonino Carotone -. Centinaia di migliaia di persone seppellite da escavatori in fosse comuni. Sono seguiti milioni di rifugiati, in fuga senza niente pur di avere salva la vita.
Era il 1994 in Ruanda dove guerra civile tra le etnie Hutu e Tutsi si trasformò in uno enorme genocidio. Per la prima volta nella storia venivano trasmesse questo tipo di immagini ed io osservavo quella tragedia dalla piccola televisione nella mia cella; ero in galera condannato per antimilitarismo, per aver disertato la leva e lottato insieme ai miei compagni per il movimento pacifista.
Venticinque anni dopo tante persone, tanti esseri umani disperati stanno fuggendo dalla fame, dalla morte, dalla guerra, lasciandosi indietro tutto, per un po’ di speranza, con il rischio di affogare, non solo in mare ma anche nell’inumana indifferenza della nostra società “civilizzata”, troppo abituata a vedere questo tipo di tragedie in televisione.
La solidarietà – conclude Carotone – è un importantissimo valore che rende più grande un popolo e l’umanità tutta».
Qui di seguito i due brani