E’ stata denominata dalla DIA, operazione “FENIX”, quella condotta tra Catania e Milano, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia nissena, che ha portato al sequestro di beni per un ammontare di 20 milioni di euro.

I beni, riconducibili al boss mafioso Nisseno Piddu Madonia, erano intestati all’imprenditore modicano, spacciatosi però da tempo per catanese, Giovanni Puma e al figlio Marco.

Tra i beni immobili spicca un mega appartamento sito nel centro di Milano,vi sono poi tre società catanesi rispettivamente la “Set servizi espressi e trasporti Srl”, la “Marco Immobiliare srl” e la “Puma logistica e Trasporti srl”.

Le indagini scaturirono nel 2005 a seguito del commissariamento a Gela della banca di credito cooperativo So.Fi.Ge, da qui venne scoperto un giro di denaro sporco, specie con società residenti a Lugano e a Budapest; si è scoperto inoltre il coinvolgimanto di istituti di credito, società finanziarie, e aziende che aiutavano i Puma nei loro affari.

Giovanni Puma è noto nel territorio ibleo come socio di Carlo Catania del Modica calcio negli anni 76/77; trasferitosi di seguito a Catania di lui si riparlerà negli anni 2004/2005 quando Puma cerca di entrare con Antonio Aurnia nella dirigenza sempre del Modica calcio, ma allora le sue richieste furono respinte proprio per i suoi collegamenti con la mafia.