Guardate lì le folle dei contemplatori dell’acqua. Che fa qui questa gente?, su ciò Melville s’interrogava con retorica ironia. Non è importante in questo momento individuare la risposta cui poi dava seguito qualche riga appresso. Mi soffermerei invece chiedendomi altrettanto retoricamente quali alternative risposte avrà dato un imprenditore del nord Italia, sempre restando in ciò che concerne l’argomento di quella medesima domanda. Credo addirittura che non sia del tutto lontano dal vero, il pensare che egli – l’imprenditore del nord Italia – non abbia neanche ricercato quella risposta. Addirittura, e ne sono quasi certo, un imprenditore locale non avrebbe mai avviato la ricerca di un qualsiasi tipo di risposta. Tanto per voler andare più sul concreto, un imprenditore del nord Italia (perdonatemi la ripetizione) qualche giorno fa si è lanciato in un’accorata e lodevole lettera internettiana a difesa della nostra costa. Che il territorio necessiti di maggiori attenzioni è sicuro, per tal motivo l’iniziativa epistolare era senz’altro lodevole. Ma tentando un processo alle intenzioni, queste stesse mi incutono qualche oscuro dubbio, a maggior ragione nel momento in cui vengono supportate dal tipico refrain buonista del viaggiatore di passaggio: “avete l’oro sotto i piedi ma…etc, etc…”. La frase non solo è pericolosa nel suo intento anche inconsciamente adulatorio, per via della debolezza intrinseca del compaesano (o del siciliano in generale) in quanto a fermezza e decisione nel riconoscimento dell’ oro che gli appartiene – nel senso che necessitiamo spesso dell’induzione forestiera, prima di riconoscere per buona o bella una nostra cosa, con il pericolosissimo esito di non apprezzare talvolta le “cose” realmente importanti – ma l’elemento di perversione maggiore è sottolineato dal fatto che sotto l’influenza di quel refrain… si mettono in opera le più amene ed inutili fesserie immaginabili (mega stabilimenti balneari, villaggi vacanze, etc, etc). Cos’è quest’oro, in cosa consiste? Perché quelle folle vengono a contemplarlo?

Come già lasciavo presagire, ma mi appresto a precisare, l’imprenditore del nord Italia finge di ignorare la domanda, quello del Sud ne ignora la possibile esistenza. La dimostrazione è sotto gli occhi di tutti:

Cambiare stile ad una piazzetta di un ex borgo di pescatori (vedi gli esperimenti pseudo-hollywoodiani a Mazzareddi), forse non è proprio furbissimo. Se moltitudini di viaggiatori di passaggio giungono da sempre in questi nostri luoghi, non è forse per le caratteristiche, talvolta anche rurali e di romantica arretratezza, simbolicamente rilevanti per la caratterizzazione ideale della nostra isola? Del resto, la fortuna del Montalbano televisivo è riconosciuta da tutti nei paesaggi oggetto delle riprese video, e queste ultime non sono state effettuate a Priolo, né tanto meno a Beverly Hills.
Così, sovente, L’oro diviene loro, cioè di coloro che lo sfruttano, e spesso lo sfruttano pure male. Ma il proponimento di questo scritto non è quello di “dare delle dritte” sullo sfruttamento della risorsa-turismo nel territorio. Già troppi parlano, e anche a vanvera!

Torniamo al mare di Melville, o meglio a quello di Cava D’Aliga: la prima volta in cui i miei genitori mi bagnarono nei sacri flutti, non avevo ancora compiuto l’anno. Ebbene, oggi che dovrei avviarmi alla mia personale crocifissione, posso assicurare di non aver mai visto, prima di questo inverno, la spuma del mare divenir di colore giallo-scuro. Il fenomeno si è ripetuto più volte, nel corso dei mesi, e ogni volta mi è stato spiegato che si trattava di fenomeno del tutto naturale, causato dal rimescolarsi di fanghiglia e limo depositati nel fondo del mare. Ma quanto cavolo di limo avremo su questo benedetto fondo? E sta venendo a galla solo oggi? Fenomeno naturale poi… che significa? Molti fenomeni possono essere ricondotti al naturale e circolare fluire del tempo, naturalmente anche il quotidiano defecare!

                      Foto del mare di Cava D’Aliga in inverno

Adesso che la stagione dei forti ed impetuosi maestrali si sta allontanando a grandi passi e le belle giornate fanno capolino più di frequente, il mare calmo sta riportando in auge le oleose macchie biancastre ormai tipiche del piccolo golfo, l’estate si avvicina. Proprio pochi giorni fa, contemplavo la densità delle bolle in superficie. Donde giungono? Anche di queste mi viene confidata e assicurata la presunta naturalezza, semplice prodotto della putrefazione delle alghe. E a questo punto mi chiedo, ma se la natura, il mare stesso, produce tutte queste orrende schifezze, che diamine andranno a contemplare le folle di Melville? Statevene a casa…

                      foto recente

Devo interrompermi, concludere questo vaneggiante scritto settimanale. Avrei dovuto parlare di politica, del misero fallimento degli illusori ideali grilleschi magari, forse sarei meno amareggiato, meno senz’altro. Voglio dire un’ultima cosa: se è essenziale il dovere di tenere lucido quest’oro di cui si è discusso, ciò non deve appartenere alla categoria dei buoni propositi conseguenza di una profittevole ambizione imprenditoriale. Forse, anzi sicuramente, dovrebbe essere un augurato dettame dell’etica filantropica di un pensiero socialista che ancora deve venire, ma essenzialmente dovrebbe quantomeno ruotare attorno alle esigenze imprescindibili dell’individuo nella sua singolarità meno liberista possibile. Il mare io lo voglio pulito per me, che poi questo sia percepito come pulito anche da altri, risulta quale una piacevole comunanza di opinioni. I luoghi, i nostri ori, devono essere belli per me, infine per facilitare la mia convivenza civile con gli altri. E vi assicuro che non sento bisogno di alcun viaggiatore di passaggio che mi venga a comunicare le sue idee sulle mie cose. Se gli piacciono bene, altrimenti pazienza! Le strade pulite dall’immondizia, bene, facciamolo! Ma non per i turisti, per me, solo come ulteriore conseguenza a beneficio anche di altri. Impareremo mai a trattarci meglio per nostro individuale ed utile interesse? Perché, se non sono stato ancora chiaro, solo se a me piace il mare, piacerà ad altri. E Melville? Meditazione e acqua sono sposate in eterno, speriamo di meditare meglio in futuro…    

Gaetano Celestre