Eccoci ad un nuovo appuntamento con Mare sicuro. Questa volta abbiamo girato alcune domande a Leandro Cappello, dal 2004 bagnino del lido Maracaibo a Cava D’Aliga, frazione balneare di Scicli. Vi consigliamo di leggere le risposte date da Leandro perchè comportamenti poco corretti in spiaggia o a mare possono essere causa di spiacevoli incidenti. Con Leandro abbiamo parlato anche del primo soccorso. Inoltre, come ci dirà lo stesso bagnino, spiaggia e mare sono “un  bene da conoscere, rispettare e far rispettare”.

Ne approfittiamo per augurare un felice Ferragosto a tutti i nostri lettori.

leandro cappelloD:  Quando bisogna evitare di entrare in acqua per fare il bagno a mare?

R: Anzitutto bisogna evitare di fare il bagno dopo essere stati a lungo esposti al sole o se si ci si trova nel pieno della fase digestiva (fino a circa tre ore dopo il pasto); non fare il bagno se poi non si è in perfette condizioni fisiche. Quando il bagnino di salvataggio della vicina postazione ha esposto la bandiera rossa, evitare “responsabilmente” di fare il bagno data la situazione di mare mosso, probabile presenza di forti raffiche di vento e/o forti correnti, temperatura dell’acqua molto inferiore alla temperatura ambiente. Infine prestare attenzione alle zone in cui è vietata la balneazione come ad esempio nei corridoi di entrata ed uscita delle imbarcazioni, sui moli, ecc..

D: Vogliamo ricordare ancora una volta l’utile e importante significato delle bandiere?

R: La bandiera rossa, issata sul pennone dello stabilimento balneare o comunque esposta sulla spiaggia, ha in tutta Italia il generico significato di pericolo per la balneazione, motivato di solito dallo stato del mare o da un forte vento di terra; implica il divieto di noleggiare natanti o proibisce altre attività organizzate in mare o ancora potrebbe segnalare l’assenza di sorveglianza per alcune ore durante il giorno. La bandiera gialla segnala l’obbligo di chiusura degli ombrelloni in presenza di forti raffiche di vento. Si può entrare a mare ma prestando sempre la massima attenzione poiché le condizioni del mare potrebbero cambiare anche in maniera repentina a causa di possibili/probabili raffiche di vento. Infine la bandiera bianca segnala che il servizio di salvataggio è operativo e che le condizioni meteo-marine risultano essere ideali e sicure per la balneazione ed il noleggio dei natanti.

D: Ti è capitato di intervenire per mettere in salvo un bagnante in difficoltà?

Chi frequenta la spiaggia di Cava D’Aliga ormai da anni, sa benissimo che il moto ondoso dettato dal vento di maestrale scava buche e provoca risacche di corrente che portano verso il largo. Tante persone ci finiscono dentro, vanno in affanno, annaspano entrando in panico, alcune iniziano ad andare giù e a respirare acqua. In 10 anni di attività estiva presso il lido Maracaibo per cui presto servizio, purtroppo è  già successo parecchie volte, con dinamiche presso che simili ma debbo dire, a mente serena, si è trattato di situazioni andate complessivamente a buon fine. Ricordo un episodio particolarmente significativo: prime ore del pomeriggio, dopo essersi tuffati dalla spiaggia libera 4 bagnanti, originari di Giarre, vengono quasi subito tirati al largo da pericolose correnti, ritrovandosi così in forte difficoltà nel momento in cui non toccavano più il fondo sabbioso. L’acqua alla gola, la stanchezza e il panico subito sopravvenuto, li costringono a chiedere aiuto; fortunatamente e non senza difficoltà riesco a trarle a riva con l’ausilio di una ciambella legata a sagola.

D: Hai mai temuto di non farcela?

R: Credo che l’ essere umano ha, da sempre, paura di ciò che non conosce, e così l’ uomo ha paura di ciò che non può essere controllato direttamente, perché  non si sa come rapportarsi con esso, non si sa cosa fare e  come controllarla. Parto sempre dal presupposto che comunque chi conosce e si informa, non ha paura.  Spesso però la buona conoscenza delle tecniche di nuoto non è una garanzia di successo: è essenziale applicare particolari strategie e tecniche appositamente messe a punto proprio per ottenere il miglior risultato con la maggior sicurezza per il soccorritore e il pericolante. In mare, le situazioni ambientali cui dover far fronte sono molteplici, ognuna di queste situazioni richiede uno specifico comportamento che quasi sempre non può essere intuito o improvvisato, ma dettato più dall’esperienza e conoscenza dei luoghi.

D: Cosa ti ha spinto a svolgere questo servizio?

R: La scelta di diventare bagnino di salvataggio non è stata senz’altro facile per l’enorme responsabilità di avere affidate delle vite umane alla mia sorveglianza. Ancor più che capacità tecniche, al bagnino, oserei dire, debbono essere richieste voglia e passione per lavorare per il prossimo. E poi l’ambiente di lavoro è meraviglioso: sole, mare, aria aperta … la natura! Un  bene da conoscere, rispettare e far rispettare. 

D:  Dici bene, “un bene da conoscere, rispettare e far rispettare”; ma spesso non è così. Volevo chiederti infatti come mai sempre più spesso viene segnalata dai bagnanti la presenza di una schiuma bianca o di altre lunghe scie di vario colore, che comunque non lasciano presagire nulla di igienico …

R: Ti posso dire, per quello che ho appreso io dalle varie analisi a campioni di micro-alghe, che si tratta del risultato di “muchi”,  zuccheri e lipidi prodotti da questi microorganismi. Questa schiuma chiamata in gergo muco è molto frequente quando c’è  il maltempo e le correnti in mare. Dalla forma bianca inizialmente diventa gialla e infine marrone solitamente la massa si distribuisce lungo la spiaggia e capita di avvistarla all’inizio della stagione estiva e sempre meno col passare dei mesi caldi. 

D: Spesso invece siamo invasi da alghe. Possono queste creare problemi?

R: In realtà è erroneo chiamarle alghe. Quelle che vediamo apparire dai nostri mari sono le così dette  posidonie oceaniche; la posidonia non è un’alga ma una vera e propria piantasuperiore marina dei bacini del Mediterraneo con foglie, fiori e frutti. Dei residui fogliari si vedono spiaggiati a seguito delle mareggiate. Questa pianta ricopre larghe aree e si può trovare sui fondali solidi. Le praterie di Posidonia hanno un ruolo fondamentale per l’ecosistema marino: sono loro infatti a produrre gran parte dell’ossigeno necessario alla vita marina e a creare una naturale barriera sottomarina che, rallentando il moto ondoso, impedisce l’erosione delle coste. Queste non creano nessun problema alle persone, nessuna conseguenza per i bagnanti che vengono a contatto con le “alghe”!

D:  Qual è la differenza tra bagnino e assistente bagnante?

Formato e abilitato dalla Federazione Italiana Nuoto, sezione Salvamento, l’ASSISTENTE BAGNANTI è lo specialista che veglia sulla sicurezza di chi frequenta piscine e stabilimenti balneari marini o lacuali; capace ed esperto negli interventi di soccorso di chi si trova in situazione di pericolo in acqua. Il BAGNINO DI SALVATAGGIO è allo stesso modo un professionista del soccorso altamente specializzato per attuare il servizio pubblico di vigilanza e di salvataggio.I corsi di formazione della Società Nazionale Salvamento di Genova abilitano a tale professione e preparano alla gestione delle emergenze balneari.

 D: C’è una fascia oraria consigliabile per fare il bagno? E per i più piccoli?

Sembra una domanda banale ma invece non è così, perché effettivamente vedo che alcune famiglie, con bambini piccoli, arrivano in spiaggia nelle ore più calde del giorno e questa non è una buona abitudine. Le ore migliori per portare i bambini al mare e in spiaggia sono il mattino presto e il pomeriggio dopo le 16.00, cioè quando il sole è meno forte. Per gli adulti l’orario di balneazione va dalle 09:00 alle ore 19:00 e la distanza di 300 metri dalle spiagge è prioritariamente destinata a fare il bagno. Ricordarsi poi di proteggerne la testa dal sole diretto, nelle ore più calde.

 D: C’è un’età limite dove è consigliabile tenere il salvagente per i più piccoli?

Non c’è un’età reale, tutto dipende dalla capacità e soprattutto dalla non paura del bambino, dal suo senso di sicurezza… Molto spetta in questo senso responsabilmente ai genitori o tutori.

D:  Nei nostri mari capita di “incontrare” meduse e tracine. Che consigli o soluzioni possiamo dare?

R: Venire a contatto con una medusa o calpestare una tracina può provocare delle ferite che secondo la reazione dell’organismo del soggetto colpito e della quantità di veleno assorbita possono avere conseguenze che vanno da semplici dolori superficiali a qualcosa di più grave. Per fortuna nei nostri mari esistono  animali non particolarmente velenosi, cui l’elemento acqua diventa il loro habitat naturale.

I consigli che posso fornire sono quelli di non lavare la parte interessata con acqua dolce  ma usare solo soluzione marina per rimuovere, se presenti, il grosso dei tentacoli. Asciugare la pelle, evitando di sfregare la cute; applicare acido acetico al 4-6 % o ammoniaca; lavare la parte lesa con acqua calda per circa 20 minuti. Importante tenere la parte urticata all’ombra.

D: Parliamo ora di divieti. Cosa è vietato fare in spiaggia e cosa è vietato fare dentro l’acqua?

E’ rigorosamente vietato occupare la battigia con l’asciugamano a meno di 5 metri dal mare oppure occupare la medesima fascia di 5 metri con ombrelloni, sdraio e qualsiasi altro accessorio o un semplice telo. Vietato giocare a pallone, racchettoni, tamburelli o praticare qualsiasi altro gioco tale da arrecare danni in spiaggia o ai bagnanti dentro l’acqua. E’ altresì vietato praticare attività di pesca nelle ore dedicate alla balneazione o praticare sport tali da danneggiare i bagnanti. In aggiunta, visto che siamo sotto Ferragosto ricordo che  è assolutamente vietato accendere fuochi o campeggiarvi.

D:  Marina di Ragusa e Pozzallo hanno ottenuto la bandiera blu. Come mai Scicli no?

R: Partiamo col dire che la Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale che viene assegnato ogni anno alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Obiettivo principale di questo programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale verso un processo di sostenibilità e rispetto ambientale. Una spiaggia può ottenere la Bandiera Blu se è ufficialmente designata ad avere i servizi necessari e gli standard in conformità ai criteri e rispondere a tutti i requisiti di educazione ambientale e informazione, qualità delle acque e gestione ambientale, servizi e sicurezza. A mio parere, una politica in questo senso ancorata ancora oggi a vecchi schemi di gestione della cosa pubblica non può garantire tali aspetti. Occorrono soprattutto informazione e formazione in tal senso.

D: Gran parte delle nostre spiagge non sono servite dal servizio di salvataggio. Possiamo dare qualche consiglio a chi legge su alcune regole o consigli su come intervenire in caso di necessità?

R: Si questo è molto importante. Io da anni sono impegnato con la formazione di personale laico alle corrette manovre per diffondere quanto più possibile la cultura del “per non essere un semplice testimone..”. Qualche stima: in Italia l’arresto cardiaco extra-ospedaliero è responsabile di circa il 70% di morte cardiovascolare; ogni anno i decessi per arresto cardiaco improvviso sono circa 73.000, con un ritmo di 200 vittime al giorno, una ogni 7 minuti! Molte di queste persone possono essere salvate se soccorse in tempo. Diventa dunque fondamentale l’inizio della rianimazione cardio polmonare e l’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico esterno (AED), ma soprattutto la formazione di personale specificatamente formato al BLS-D presso i lidi, le scuole, le palestre, le aziende…

D: Se chi legge questa intervista si trova davanti una persona che sta per annegare, come può/deve intervenire?

R: Bella domanda. Si, …  potrebbe capitare a tutti, speriamo mai ovviamente, di trovarsi in una situazione del genere. La prima cosa da fare è  tirare fuori dall’acqua la persona in difficoltà, subito allertare i soccorsi,  il 118, mettere in allarme gli altri bagnanti, magari potrebbe essere presente nelle vicinanze anche un medico o comunque personale specializzato, ricordo che anche pochi secondi di ritardo potrebbero essere letali per il malcapitato. Altra cosa da fare è provare a capire se il poveretto/a ha ingerito molta acqua, avrà sicuramente problemi a respirare, quindi  praticare subito almeno 5 insufflazioni, la cosiddetta respirazione bocca a bocca. Se la persona è cosciente posizionarla in posizione laterale di sicurezza, quindi su un fianco.

Se invece la persona ha perso i sensi quindi non è cosciente dobbiamo provare a praticare la rianimazione polmonare che consiste nell’effettuare 30 compressioni sul cuore in maniera di stimolarlo e due insufflazioni. Provare a fare diverse sedute di compressioni e insufflazioni in attesa dei soccorsi.

Giovanni Giannone