di Gianni Rossini

Dov’è oggi la famiglia d’un tempo che con i suoi valori costruiva le fondamenta dove la società si erigeva? Oramai è il luogo dell’odio, ricettacolo di sopraffazioni e paure dove si sopprimono anche le vite generate.

Dov’è sono oggi la coesione sociale, la solidarietà, la fratellanza necessarie a dare risposte alle domande che vengono dal basso, dal popolo degli ultimi che chiedono solo calore umano, un tetto che non sia il cielo, vesti minime per lenire il freddo, un boccone per rifocillarsi.?

Dov’è oggi il lavoro che è il primo sostentamento di cui la società civile si dovrebbe nutrire, dove sono le mani mozzate di chi imperterrito continua a rubare senza decenza e senza alcun atto di contrizione allorché scoperto.?

Dove sono i giovani che credono nei loro sogni, che li rincorrono fino a farsi venire il fiatone, che magari si fermano ma, poi, sanno ripartire nell’inseguimento del loro traguardo?. Troppi si trascinano nell’inedia e rinunciano annegando i loro sogni nell’alcool od offuscandoli con droghe solo per illusioni di piacere di poche ore, per fuochi abbaglianti e di cangianti colori come quelli d’artificio.




Ma dove sono, ormai, i sorrisi dei bambini spenti dai rumori di guerre e di famiglie dilaniate, implose o esplose ?.Dov’è la pace che sempre tace?. Dove sono finite le speranze di tanti  che se le trovano sempre davanti mentre l’avvenire è già passato.?.

Non ci sono di certo migliaia di disperati partiti dall’Africa con negli occhi il sogno di una terra promessa naufragato in fondo al Mediterraneo.

Ma dov’è Dio in questo contesto? Ci ha lasciati soli col libero arbitrio che, però, non sappiamo maneggiare. Come nella Torre di Babele non riusciamo a capirci ma non per lingua ma per linguaggio d’anime. Solo provando a riconnetterci coi nostri cuori riusciremo, forse,  a ritrovare quell’amore umano perduto che come un mantice unisce e i mali dell’anima guarisce di questa malattia che è la vita.