• Di seguito il testo integrale del volantino diramato dal Movimento dei Forconi per spiegare le ragioni della protesta.

    Forza d’Urto e Movimento dei Forconi? I nuovi Vespri Siciliani del 2012 passano per questi due movimenti, che stanno letteralmente bloccando la Sicilia. Sul web le notizie corrono veloci, un po’ meno in TV, dove la vicenda viene trattata a fine TG, con immagini di repertorio e con notizie confuse e spesso incomplete.
    Siamo di fronte a un movimento di protesta contro gli effetti di una crisi che le misure adottate dal governo Monti e le altre impreparazioni invece di alleviare contribuiranno ad aggravare. Ci sono dentro autotrasportatori, agricoltori, allevatori, pescatori, piccoli imprenditori marittimi, commercianti. La parola d’ordine è la cacciata della classe politica attuale, tutta, senza distinzioni, e gli obiettivi vanno dalla defiscalizzazione dei carburanti, all’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano che dispone che le imposte sulle imprese che hanno sede in Sicilia restino nell’isola.

    Ma cosa sta succedendo in Sicilia? Siamo in tanti a chiedercelo. Ma chi ha dato il via alla protesta? Forza d’urto si auto-dichiara apartitico e apolitico: “Siamo siciliani”, basta questo a riassumere il tutto. Siciliani e arrabbiati.
    “Quello che sta accadendo in Sicilia non è la semplice protesta di una o più categorie professionali, ma il modo di avanzare le giuste rivendicazioni di un popolo che è stato fin troppe volte tradito, sin troppe volte mortificato”. Facendosi portavoce del malcontento generale, Forza d’urto ha lanciato un appello a tutti i siciliani affinché “sostengano quella che si propone come una vera e propria rivoluzione epocale” contro la “mala segnoria” di dantesca memoria. Non uno sciopero, ma un blocco.
    Porti bloccati, insieme a strade, autostrade, ferrovie. Forza d’urto raccoglie le proteste e il malcontento degli autotrasportatori aderenti all’Aias (Associazione imprese autotrasportatori siciliani), penalizzati dall’aumento del prezzo del carburante e da quello dei caselli autostradali. Il Movimento dei Forconi invece ha fatto proprie le istanze di agricoltori e pescatori siciliani.
    Stupisce la fermezza con cui da giorni la Sicilia fa sentire la propria voce, nonostante le difficoltà ormai notevoli legate al blocco. Niente più benzina, scarseggiano i farmaci e i generi alimentari, il prezzo di frutta a verdura è ormai alle stelle. Ma la protesta non si placa.
    Due sono i punti su cui intervenire, secondo le due parti:
    1) Il primo riguarda il costo del carburante che “deve assolutamente essere alleggerito dalle accise”. Secondo Forza d’urto, infatti, la Sicilia non gode dei vantaggi delle altre regioni a Statuto speciale ma “pur ospitando le raffinerie con tutti i conseguenti danni, paga prezzi più alti rispetto a chiunque altro”. Perché in Sicilia, dove si raffina il 40% della benzina italiana, i carburanti hanno un costo più elevato che nel resto del Paese?
    2) Il secondo riguarda più strettamente il settore agricolo, penalizzato dalle “produzioni extra comunitarie senza l’intervento di una commissione speciale che perequi i maggiori costi con strumenti compensativi” come denunciano i manifestanti che si sono schierati “contro il taroccamento delle nostre produzioni da parte di speculatori senza scrupoli”.
    Il movimento dei Forconi nasce come libera iniziativa del popolo siciliano, dice Onofrio Carrubba Toscano: “La Sicilia si ferma, non faremo entrare nulla, per cinque giorni fuori i gratta e vinci che lo stato utilizza per far cassa, non faremo uscire greggio, anche a costo di smettere di mangiare, la Sicilia alza la testa e dice basta”.
    Ma la protesta, ne siamo certi, non si fermerà. E i danni, pur reali evidenziati da Cia e Coldiretti, non sono che la punta dell’iceberg di quelli subiti dall’economia siciliana negli ultimi anni.
    Purtroppo questo ci mette tutti d’accordo.