«Così, credo, in una vignetta di qualche anno fa, tornata di attualità, a mio avviso, per la nota sentenza del luglio scorso, ma principalmente per la soluzione “a coda di ratto”  adottata dalla Governance nazionale e regionale con la quale, dopo 18 mesi, silenziosamente, come se nulla fosse successo, non ha  prorogato  il mandato alla Triade Commissariale, come se si trattasse della cessazione dell’allarme meteo.

Io, per quel che vale, non ci sto e dico: “Aridateci er puzzone!”

Nel 1984   ad appena poco più di un anno dall’entrata in vigore della Legge Rognoni- La Torre che delineava il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, si ipotizzò che una associazione  di tal fatta operasse in Scicli.  Di conseguenza una ventata di arresti per detta violazione si abbattè su di Scicli.

La libertà provvisoria, all’epoca ancora applicabile per detto reato, mitigò l’effetto devastante degli arresti.

Dopo meno di un anno arrivò la sentenza del Tribunale di Modica che negò la sussistenza di condotte riconducibili a metodi mafiosi.

Per più di un lustro tornò il sereno in città con grande beneficio per la sopravvivenza del Tribunale di Modica, sempre traballante sotto questo aspetto.

Nei primi anni ’90, anticipando la Tangentopoli nazionale, altra ventata di arresti si abbattè sulla nostra città, questa volta in danno della “Cupola politico amministrativa” del Comune di Scicli.  Fu sciolto il Consiglio Comunale con ogni conseguenza e dopo qualche anno qualcuno sussurrò che ci si era sbagliati.

Come se ciò non bastasse, ignorando il monito di Leonardo Sciascia espresso sul Corriere della Sera nel gennaio 1987, sotto il vero titolo “I rischi dell’Antimafia”, nel giugno 2014 altra ventata di arresti per fatti riconducibili, secondo l’ipotesi accusatoria della DDA, e di certa stampa compiacente, a condotte mafiose.

Ancora una volta il vertice politico della città viene decapitato, costretto alle dimissioni, dal tintinnio delle manette.

Conseguenziale, lo scioglimento del Consiglio Comunale.

Si apprende, oggi, per la cennata tecnica denominata “a coda di sorcio”, che si voterà il 27.11.2016.

Coraggio, Sciclitani, l’allarme meteo è cessato.

A Scicli, dal 1984 a tutt’oggi (non ipotechiamo il domani), non sono stati accertati fatti e condotte riconducibili a metodi mafiosi.

Nel frattempo, però, ciclicamente come terremoti, la stampa locale, nazionale ed estera o meglio, gran parte di Questa, si è sbizzarrita ad illustrare e definire una ritenuta realtà: Scicli- città mafiosa; Unesco e Mafia; Mafia e Barocco; Mafiosa la città di Montalbano, etc, etc.

Frattanto noi tutti siamo vissuti in questi anni come terremotati, per i quali le esigenze primarie sono state ben altre rispetto alla politica, peraltro in veloce trasformazione.

Siccome, però, bisogna vivere anche di idealità, sogno di vivere in uno Stato di diritto, che per principio ovvero per esigenza primaria della propria credibilità ed esistenza, non solo riconosce di avere sbagliato (ripetutamente, peraltro) ma  ne fa pubblica ammenda.

Sogno che lo Stato di diritto in cui sogno di vivere, revochi il mandato alla Triade per restituirci, con tanto di scuse e di congruo indennizzo, “il Puzzone”, ovvero il Consiglio Comunale eletto dagli Sciclitani, dato che il Sindaco si è dimesso “…volontariamente”.

Sogno, ancora, che nel caso in cui ciò accadesse, il Consiglio, nella sua interezza si dimetta  per procedere a libere elezione dopo ampio, congruo dibattito su progetti e uomini, secondo le restaurande tradizioni politiche- culturali di Scicli.

Non comprendo perché la giunta regionale ed il Presidente Crocetta si siano affrettati a fissare silenziosamente date così ravvicinate per le votazioni: Cui prodest?  sicuramente non al confronto ed all’approfondimento.

Ricordo, però, (sogno finito) di avere letto che su un importante muro di Roma,  nell’ immediato  dopoguerra,   comparve  la seguente scritta: “Annatevene tutti, lasciatece piagne da soli”.

Tanto ho sentito di condividere».

 

Avv. Francesco Riccotti