scafistaRaccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di JENG Malamin, 30 anni, senegalese, e per questo è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria. È responsabile di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non è stato intercettato da una nave militare. Con lui anche un connazionale G.J. di 24 anni che usava il navigatore satellitare per indicare la rotta. Quest’ultimo è stato solo denunciato in quanto appena sbarcato è stato condotto in ospedale d’urgenza e li si trova ricoverato.

Il comandante del gommone è ritenuto essere responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti a bordo del gommone sono tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo.

I FATTI

In data 21/12/2014 alle ore 08,20 l’unità navale della Marina Militare “ETNA” su disposizione del Comando COMGRUPNAV 29 di procedere alla localizzazione di un natante in difficoltà.

Alle successive ore 12,30 la predetta unità navale avvistava un gommone con a bordo circa 100 passeggeri. Successivamente i clandestini venivano trasbordati sulla nave militare e condotti presso il Porto di Pozzallo dove giungevano alle ore 09,30 circa di ieri 22 dicembre.

Alle ore 10,00 circa sono iniziate le operazioni di sbarco dei migranti coordinate dai Funzionari della Polizia di Stato coadiuvate dall’autorità marittima e sanitaria presente in banchina e tutti i clandestini venivano sbarcati e condotti presso il C.P.S.A. . 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 L’ufficio Ordine Pubblico ha messo a disposizione gli uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile del servizio che hanno atteso l’arrivo dei migranti gestendo le operazioni di sbarco senza alcun intoppo e permettendo di ospitare rapidamente i migranti al centro, con particolare attenzione verso i soggetti che aveva bisogno di cure mediche.

Alle operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

La Polizia Scientifica ha completato le operazioni di fotosegnalmaneto ieri alle 23, praticamente in tempi record, mediante l’installazione di 6 postazioni per il rilevamento delle impronte digitali.

Nonostante la complessità delle operazioni, stante l’arrivo di quasi 300 persone le procedure sono state rispettate e tutto è andato secondo disposizioni di legge.

Oggi verranno ascoltati anche i superstiti del naufragio per apprendere le generalità dei migranti scomparsi tra le onde.

LE INDAGINI

 Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza in tempi record, dopo 10 ore di lavoro hanno fatto luce su quanto accaduto in mare, identificando tra l’altro lo scafista del gommone ed il complice.

Le indagini lampo degli investigatori hanno permesso di far luce in poche ore su quanto accaduto sin dal momento in cui i migranti erano presenti in Libia all’interno dei capannoni.

Come sempre i migranti sono stati escussi con meticolosità da parte della Polizia Giudiziaria che con grande difficoltà è riuscita ad individuare gli scafisti.

In questa occasione gli scafisti erano due, uno al timone e l’altro usava il navigatore per indicare la rotta ma quest’ultimo non è stato condotto in carcere in quanto ammalato. Ovviamente le cure mediche sono immediate e considerate le condizioni di salute l’uomo è stato ricoverato e sarà ascoltato quando avrà completato le visite da parte dei sanitari.

Il timoniere reo confesso ha detto di essersi rivolto all’organizzazione libica per condurre il gommone così avrebbe guadagnato 1.000 dollari e nel contempo per viaggiare gratis verso l’Italia.

La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta l’autore di questo traffico di migranti, enorme businnes per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.

Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato quasi 40.000 dollari, 400 a migrante.

LA CATTURA

 Le indagini condotte dagli investigatori durate più di 10 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

 BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 Nell’ultimo anno sono stati arrestati 192 scafisti dalla Polizia Giudiziaria e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.