Una tranquilla domenica in famiglia: anche quella del 5 maggio si stava trasformando in tragedia, l’ennesimo atto di femminicidio che sta colpendo la nostra provincia.

Lo scorso 29 aprile Ragusa si era svegliata con la triste notizia della morte di una donna di trentatré anni uccisa dal marito. Un femminicidio, l’ennesimo purtroppo, in questo Paese che ogni giorno conta donne assassinate da mariti, compagni ed ex. Da nord a sud, giovani e non.

Una malattia di questo Paese che attraversa trasversalmente tutti i settori della nostra società e che non conosce distinzione di ceti sociali. Una malattia figlia dell’atavica cultura patriarcale e dell’idea dell’uomo dominante.

Quello che è successo a Ragusa, per la seconda volta in pochi mesi, non può essere però nascosto, né può essere travisato il racconto di questa immensa tragedia.

E’ certamente un atroce episodio nel quale non possono essere posti sullo stesso piano la vittima e il suo carnefice. Va riconosciuta la pietà per ogni persona che muore, ma senza azzerare le responsabilità. E vanno riconosciuti i diritti delle vere vittime impotenti: i figli.

Anche questa volta è emerso il dramma della solitudine di una donna, di una mamma e di una moglie, una solitudine che ci angoscia perchè evidenzia l’insufficienza di dispositivi sociali, istituzionali e non, presenti nel territorio e la carenza di strutture idonee a prevenire questi drammi.

Manca una vera educazione alla parità di genere, al rispetto degli altri e dei sentimenti; educazione che anche in questo caso deve sempre più coinvolgere le agenzie educative. Di questo fallimento ci sentiamo tutti parte.




Per questo crediamo che il nostro impegno dev’essere aumentato e qualificato. Occorre agire e reagire su tutti i fronti affinché tutte le donne vittime di violenza possono sentirsi protette realmente e concretamente. Serve trasmettere a tutti e tutte, soprattutto ai giovani, la gravità del male che pervade questa nostra società. Serve assumere la consapevolezza su quanto il dramma della violenza contro le donne è un male che ci tocca molto da vicino.

Apriamo gli occhi, i cuori e le menti.

Lanciamo la proposta di una manifestazione di tutte le associazioni contro la violenza sulle donne, della società civile il prossimo 29 maggio a Ragusa.

Graziella Perticone

segretaria confederale Cgil Ragusa