Check up più completi e meno invasivi sulla salute degli edifici grazie a nuove metodologie diagnostiche. È quanto emerso dal convegno “Diagnostica strutturale in edifici di interesse storico”, svoltosi ieri sera nella Sala Ideal. L’incontro, organizzato dai laboratori Betontest in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni culturali di Ragusa, l’Università del Salento, Xrd tools, con il patrocinio degli ordini degli Architetti e degli Ingegneri, si inserisce nel quadro del Progetto “I.S.M.E.R.S. – idoneità statica manufatti edifici nei centri storici ad alto rischi sismico” (programma Horizon 2020 – pon 2014/2020 – Ministero dello Sviluppo economico).

A introdurre i lavori è stato Calogero Rizzuto, sovrintendente ai Beni culturali di Ragusa e da ieri sovrintendente “ad interim” di Siracusa. Rizzuto ha ricordato come il terremoto di Santa Lucia (13 dicembre 1990) ha rappresentato un punto di svolta per il territorio. Da allora, grazie ai fondi per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati, soggetti pubblici e privati coinvolti hanno maturato una maggiore consapevolezza e professionalità nel campo della diagnostica e dell’edilizia antisismica. Purtroppo, non sempre sono state trasferite nei progetti finali. Da qui l’auspicio di un’inversione di rotta.

Dopo i saluti del presidente dell’Ordine degli Architetti Salvatore Scollo, del presidente dell’Ordine degli Ingegneri Vincenzo Giuseppe Dimartino e dei rappresentanti dei Comuni di Rosolini, Ispica e Pozzallo, il convegno è entrato nel vivo con la relazione di Ignazio Pagano Mariano, ingegnere capo del Genio civile di Ragusa. Pagano ha affrontato il tema de “L’importanza delle indagini preliminari negli interventi strutturali sull’edilizia storica e monumentale”. Il dirigente ha insistito sulla necessità di partire dalle indagini geologiche e procedere via via all’analisi del quadro fessurativo, della tessitura muraria, ecc. per disporre di un quadro quanto più completo, a tutto raggio, richiamandosi alla normativa antisismica, alle linee guida della Protezione civile e del Ministero delle Infrastrutture.

Francesco Micelli, docente del dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, ha illustrato i “Metodi per la diagnostica strutturale finalizzata agli studi di vulnerabilità nei monumenti storici e negli edifici scolastici”. I nuovi metodi di diagnostica, ha detto, servono ad abbassare i costi d’intervento e prevenire i danni. E negli edifici storici, anche a limitare l’invasività degli interventi. Esemplare il caso di studio presentato: la diagnostica sulla Guglia di Raimondello Orsino del Balzo a Soleto (LE) del 1397. Dove sono stati impiegati, accanto a metodi tradizionali (indagine storica, visiva, prove sperimentali, ecc.) rilievi fotografici con drone e software di implementazione 3D, riducendo tempi e costi di elaborazione e aumentando l’efficacia del progetto di intervento. Purtroppo il nostro Paese ha speso oltre 200 miliardi di euro nell’emergenza e nelle ricostruzioni post-terremoto. Se si fosse intervenuto a monte, sulla diagnostica e sulla prevenzione, i costi umani e materiali sarebbero stati minori. «È come se avessimo – ha concluso – un ospedale con due soli reparti: il Pronto Soccorso e la Rianimazione».

Il dott. Berti, già docente dell’Università di Pisa e ‘padre’ di Xrd Tools, spin off dell’ateneo pisano, ha illustrato le “Potenzialità applicative della diagnostica reticolare”. Berti ha brevettato tra il 2002 e il 2005 una tecnologia portatile a raggi “X” per esaminare “in situ” lo stato di salute di opere d’arte, edifici, monumenti. Il macchinario analizza polveri, cioè particelle dell’ordine dei nanometri, e restituisce preziose informazioni sulla composizione chimica e mineralogica dei materiali, sulla forma di aggregazione degli atomi, la nanostruttura e la macrostruttura, le orientazioni e la granularità. Vastissime le applicazioni, che spaziano dalla geologia al mondo industriale, dall’edilizia alla manutenzione, dal restauro e conservazione dei beni culturali.

Infine Corrado Monaca, amministratore unico di Betontest, ha tenuto una relazione sulla “Reinvenzione del modo di governare (result-based management) nel progetto I.S.M.E.R.S.” La sperimentazione I.S.M.E.R.S., ha spiegato, si basa su una metodologia di gestione amministrativa fondata sui risultati. Richiamandosi all’esperienza del pozzallese Giorgio La Pira che agli inizi degli anni ’60 governò la città di Firenze con più efficacia e meno costi, Monaca ha illustrato le basi della planologia – una pianificazione socio-economica unificata e integrata, che è teorizzata e studiata dal professor Franco Archibugi. I precedenti di questa metodologia in terra iblea risalgono agli anni ‘90 (programmi di Iniziativa Comunitaria) e duemila (progetto di Marketing Territoriale Ibleo dell’Amministrazione Provinciale di Ragusa), entrambi realizzati con il concorso dello stesso Monaca, che ottennero i primi posti tra quelli cofinanziati dall’ U.E. «L’odierno seminario – ha concluso – serve per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della manutenzione e della prevenzione antisismica del patrimonio edilizio pubblico e privato al fine di arrivare alla messa in sicurezza delle case degli italiani, partendo dall’utilizzo del Sisma Bonus che lo Stato ha messo a disposizione».

Giovanni Criscione