La notizia del coinvolgimento di Uccio Barone,  nell’inchiesta giudiziaria che ha portato alla sospensione dall’insegnamento di 9 docenti dell’Università di Catania, ha diviso il popolo dei social.

C’è chi si schiera a favore di Barone, affermando: “Sinceramente nn so cosa dire … Ho seguito le lezioni di storia contemporanea del prof. Barone ed erano molto belle e coinvolgenti il cinema dove facevamo lezione era sempre pieno come a una prima di un film… naturalmente la giustizia deve fare il suo corso”

“Perche I siciliani sono cattivi contro quelli che hanno dato tutta una vita alla loro terra. Io non ho il minimo di dubbio che Uccio Barone è la piu brava persone che esiste. Non aprirò questa fake news. E’ bravissimo e basta”

“Purtroppo la Giustizia in Italia funziona così da sempre ! Ero ragazzino quando la TV mi.fece crollare il mio mito Enzo Tortora ! Poi rivelatosi in bluff. ….però con tutte le conseguenze del caso”




Altri che invece scrivono:

“Credo che non sia in discussione il suo ruolo di professore e la sua bravura ….ma la sua onestà”

“Finalmente un po di giustizia, è arrivato il momento di smettere con queste raccomandazioni che fanno andare avanti i soliti figli di papà”.

“Ora si spiegano molte cose, o forse in fondo già si sapeva ma almeno sono contenta che tutto sia stato messo alla luce di tutti. L’unica nota dolente è che non sono né i primi né gli ultimi. Povera Italia!”

“Purtroppo la maggior parte dei concorsi si vincono così….che malcostume in Italia….”

Ed è lo stesso Professore  che scrive sulla Pagina FB di NoveTv: “Ora è il tempo della gogna. Si sgonfierà tutto. Funziona così il mondo dei social, accuse deliranti. Verrà il tempo della verità, ho fiducia nella giustizia.”

Intanto ieri la Procura di Catania ha diffuso un video con le intercettazioni telefoniche.

Barone però nei commenti su FB non fa nessun riferimento alle intercettazioni registrate dalla Forze dell’Ordine che per lunghi mesi hanno condotto le indagini.

L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di presidi tecnici e con servizi di tipo tradizionale, ha svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere, con a capo il Rettore dell’Università di Catania.

Le indagini hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio codice di comportamento “sommerso” operante in ambito universitario secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio deve essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo può essere presentato contro le decisioni degli organi statutari. L’operazione della Polizia di Stato ha consentito di accertare l’esistenza di n. 27 concorsi truccati: n. 17 per professore ordinario, n. 4 per professore associato, n. 6 per ricercatore.