Partita doppia per l’aeroporto Magliocco di Comiso. Se da un lato il primo cittadino comisano ha appreso che lo scalo di Comiso è inserito tra gli aeroporti nazionali, dall’altro si legge che sarà uno scalo di “servizio” quindi abilitato solo a voli locali.

Questo è quanto dichiara il sindaco Alfano:

“Apprendiamo da notizie di stampa dell´inclusione dell´aeroporto di Comiso nel Piano nazionale aeroporti esitato dal ministero delle Infrastrutture contenente una razionalizzazione della rete aeroportuale nazionale con 24 scali principali e 18 di servizio. Per quest´ultimi, dove troviamo l´aeroscalo comisano, si prevedono tre anni per verificarne le condizioni di sostenibilità economica.

Se ciò può essere ragione di preoccupazione per il futuro dell´aeroporto di Comiso non considerato principale, per altro verso è importante e perciò confortante il fatto che il nostro aeroscalo sia stato comunque inserito tra gli aeroporti italiani benché non ancora aperto al traffico a differenza di altri aeroscali già in servizio, quindi destinati a chiudere.

Il nostro aeroporto, pur inserito nell´elenco degli aeroscali che, secondo il Piano, rispondono prevalentemente a esigenze e fabbisogni di natura locale, è in buona compagnia con Bolzano, Ancona, Forlì, Rimini, Reggio Calabria, Pescara, Lampedusa, Foggia, Parma, tanto per citarne alcuni e spesso si tratta di località turistiche che, se private dell´aeroporto, vedrebbero fatalmente compromessa la loro economia che si basa moltissimo sui flussi turistici”.

“Personalmente – continua Alfano -, sono convinto che sia un errore chiudere aeroporti in un Paese come l´Italia, che si estende verticalmente con distanze quindi notevoli tra Nord e Sud. Sono altresì convinto, e non da solo, dell´importanza strategica invece dell´aeroporto di Comiso per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio, tutto il Sud-est della Sicilia, marginale dal punto di vista geografico ma dinamico e dalle enormi potenzialità turistiche ed economiche.

Tuttavia, proprio per scongiurare un eventuale rischio di mancata copertura dei costi di gestioni, sui tavoli tecnici in atto con Enac ed Enav, è valutata l´ipotesi di utilizzare il sistema Afis per il controllo dei voli piuttosto che la torre di controllo che darebbe un risparmio di circa il 90 per cento sui costi stessi. Poiché non si tratta di una contrapposizione tra Nord e Sud, ma di un problema di contenimento dei costi degli aeroporti italiani, ritengo che l´aeroscalo di Comiso non solo non chiuderà prima d´essere aperto come qualcuno malizisamente insinua, ma abbia tutte le carte in regola per decollare e assolvere egregiamente il suo compito”.

“In ogni caso – conclude il sindaco Alfano -, valuteremo quali azioni politiche intraprendere, eventualmente insieme agli altri i aeroporti interessati, perchè possa essere riveduta tale inopportuna e illogica decisione da parte del Governo nazionale. Lo Stato dovrebbe chiarire, a se stesso e a tutti noi, come mai tali aeroporti che producono reddito, incrementano il turismo e agevolano spostamenti di persone e merci che altrimenti sarebbero lunghi e difficoltosi, non debbano avere riconosciuto uno status equivalente al resto degli altri”.

A seguito dell’articolo pubblicato dal “Sole24ore”, anche l´on Pippo Digiacomo interviene sulla situazione degli aeroporti italiani, del quale quello di Comiso fa parte, Nell’articolo si parla dello scalo comisano come uno di quelli «sul filo del rasoio» e quindi c’è il rischio che tutta questa attesa svanisca in una bolla di sapone.

“Le notizie apparse sull´autorevole quotidiano – afferma l´on. Digiacomo – sono il frutto del pressapochismo e della disinformazione rispetto a condizioni generali che Comiso ha ampiamente superato avendo già privatizzato la società di gestione, avendo costituito con Catania di fatto un sistema aeroportuale della Sicilia orientale che ambisce a diventare il terzo polo aeroportuale italiano, avendo già provveduto tramite la Regione Sicilia, ad allocare le risorse necessarie per coprire i costi di assistenza al volo del resto garantiti gratuitamente dal governo tutti gli altri aeroporti italiani.

Viceversa, anziché disperdere energie in argomenti inutili e superati, attendiamo che il presidente Monti e il ministro Passera firmino il decreto di apertura dell´aeroporto di Comiso che sarebbe una plastica rappresentazione di come l´Italia e il mezzogiorno interpretano lo slogan “cresci Italia”.

Dal canto suo l’Onorevole Nino Minardo (Pdl) ha chiesto un incontro al viceministro per le Infrastrutture Ciaccia per sapere quale sia la realtà dei fatti e quali sono le intenzioni del governo rispetto alle sorti degli scali italiani, Comiso, naturalmente, compreso.