È necessario pensare a una Scicli bella, prima ancora che utile. Gradevole e abitabile, innanzitutto per i suoi cittadini. Un cittadino di una città bella sarà felice e di conseguenza maggiormente utile alla società cui partecipa. Non occorre per ora inoltrarsi tra le fitte maglie dei progetti particolari, bensì ideare riflettendo, in generale, sui principi basilari e universali. Ciò perlomeno limitatamente a questa fase iniziale di dialogo con le amministrazioni pubbliche. Le linee guida per una variante al Piano Regolatore Generale devono essere senz’altro improntate su tre direttrici fondamentali:

– Cura e manutenzione di ciò che c’è o rimane dei beni storici, culturali e naturalistici.

– Accrescimento e ampliamento delle aree considerabili quali beni ambientali degni di tutela.

– Fruttificazione (e non sfruttamento).

I tre piani non subiscono la necessità di essere concepiti cronologicamente, né ordinati per importanza. Il tempo è quello della interdisciplinarità e di conseguenza l’osservazione del ciò che ci sta attorno – il territorio – va integrata con l’azione tendente all’estensione della cura e del patrocinio, infine all’ottenimento dei benefici, nella maniera meno invasiva possibile.

Da queste basi occorre prendere abbrivio e, accertata l’assoluta inutilità di nuove costruzioni, avviarsi verso la mera ristrutturazione o ricostruzione di fabbriche già esistenti (specie di quelle in stato di fatiscenza o abbandono). Un assoluto diniego all’estensione delle aree edificabili deve essere espresso chiaramente, ribadito ai fini della salvaguardia del patrimonio panoramico, ma anche – e soprattutto – funzionalmente allo sviluppo di una progettazione e un aggiornamento che riguardi l’attività agricola. Si deve proseguire verso l’espansione delle aree verdi, pubbliche e private, rendendo innanzitutto effettive e fruibili nei fatti quelle già segnate sulle mappe. Nello stesso senso va intrapresa una seria discussione che a breve porti alla concreta fruizione comunitaria dei colli che circondano Scicli e dei sentieri all’interno degli stessi, con maggiore celerità e attenzione nel caso di San Matteo e Croce. Va pensata una rete viaria pedonale-ciclabile nella zona costiera del territorio (Sarebbe auspicabile il congiungimento di Via del Mare, a Cava D’Aliga, dapprima con il sentiero all’interno del Parco di Costa di Carro, poi con la Pineta di Sampieri e infine con la ciclabile che conduce sino a Marina di Modica). Infine andrebbero individuate nuove aree da adibire a parcheggio, fuori dal centro abitato cittadino, ma anche a ridosso dei lidi marinareschi.

 

Lo sviluppo turistico del territorio è dipendente in tutto dalla piacevolezza delle condizioni ambientali dello stesso, ed è concretamente questo il presupposto per un rilancio delle ambizioni agricole, da sempre motivo di sviluppo per tutta la città di Scicli. Molte delle azioni da intraprendere, per rendere possibile questo tipo di rilancio, sono concretamente fattibili a costi bassi, o comunque tendenzialmente più bassi di quelli che potrebbero essere causati dai danni dovuti a un ritardo ulteriore nelle scelte.

Club UNESCO Scicli