arico-in-ospedale-2«Solo un mago potrebbe pensare a modificare un sistema sanitario provinciale in quattro giorni. Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti e noi, come Cisl e Uil, siamo vicini ai cittadini di Ragusa per il caos subito.» Così i segretari generali territoriali della Cisl, Paolo Sanzaro, e della Uil, Giorgio Bandiera, intervengono sul trasferimento di alcuni reparti dell’ospedale Giovanni Paolo II, a Ragusa

«Scelte discutibili che stanno creando problemi incredibili ai cittadini – insistono i due segretari – Il risultato di azioni unilaterali e non condivise è sotto gli occhi di tutti. Il direttore generale avrebbe fatto bene a confrontarsi con chi vive quotidianamente gli ospedali ed i singoli reparti. Avrebbe dovuto incontrare le rsu ed i segretari di federazione. Avrebbe compreso quanto errato fosse il suo progetto. Purtroppo – aggiungono ancora Sanzaro e Bandiera – quando si ha la presunzione di essere uomini soli al comando si commettono degli errori che, però, vengono pagati dagli altri».

L’ingolfamento dei Pronto soccorso nonché nei reparti degli ambulatori sta facendo registrare forti criticità tra tutto il personale medico, infermieristico, tecnico ed ausiliario. «Funzionando al minimo l’ospedale di Ragusa – spiegano Sanzaro e Bandiera – molti utenti si riversano o sono indirizzati verso i nosocomi di Vittoria e Modica creando sovraffollamento e mettendo in discussione l’assistenza che non può essere garantita come si dovrebbe. Prendiamo atto che si è giocato con la buona volontà e con il senso di appartenenza di tutto il personale che ha operato senza tenere conto di nulla pur di raggiungere l’obiettivo di andare a prestare il proprio servizio in un ospedale nuovo, tecnologicamente avanzato, lasciandosi alle spalle un nosocomio vecchio più di 70 anni. Il personale era consapevole che avrebbe lavorato, e lavorerà, al Giovanni Paolo II da qui in avanti al contrario del direttore generale che, super pagato, andrà via a scadenza del mandato. Un direttore generale che, nella fase emergenziale più critica, ha messo in mostra tutti i propri limiti avendo gestito molto male la fase del trasferimento che, addirittura, ha attirato l’attenzione della magistratura. Siamo di fronte a smanie di protagonismo che non pensano al bene comune in un settore, quello della sanità, di grande delicatezza. La rete ospedaliera ha bisogno di valutazioni, dati e programmazione. Quattro giorni sono un tempo ridicolo per potersi arrogare il diritto di decidere sul destino di migliaia di cittadini».

Ecco perché Cisl e Uil chiedono ad Aricò di fermarsi subito, ponendo rimedio a questo scellerato modo di operare e gestire la sanità pubblica.