anaL’Azienda Sanitaria Provinciale ha chiesto alla Procura l’autorizzazione per nominare un esperto, che rappresenti l’ASP, durante l’autopsia che sarà eseguita domani all’obitorio dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla, alla presenza dei legali delle famiglia della vittima e dei due medici, raggiunti dagli avvisi di garanzia per la morte, quattro ore dopo il parto, di Ana Bambarac, rumena di 23 anni, la notte tra sabato e domenica scorsi.

La donna non era conosciuta dai ginecologi in ospedale perché era stata seguita da un dottore della guarda medica di Santa Croce Camerina, come ha riferito il manager dell’Asp 7,  Maurizio Aricò, e come ha confermato il marito di Ana, Alex.

Il manager Aricò ha specificato infatti che nulla si conosceva del percorso pre parto della giovane, anche se era arrivata giovedì scorso in ospedale, senza alcune criticità.

La donna ha partorito senza il taglio cesareo, ha parlato con il marito, si sono scambiati effusioni, lui a stento ha visto il neonato che è stato trasportato in terapia intensiva. Alex, poi si è allontanato perché ha accusato un malore e ha detto alla moglie: “fai la brava” e lei ha risposto con la mano, alzando il pollice. Dopo due ore, la ginecologa lo ha informato che  la donna aveva subito un’emorragia e doveva essere sottoposta ad un intervento chirurgico per togliere l’utero. Il marito ha chiaramente dato il benestare, pur di salvare Ana. Ma alle 4 di domenica è sopraggiunto il decesso. Cosa è successo in quelle due ore, dalle 2 alle 4, sarà l’autopsia rivelarlo.

Intanto Alex, questa mattina, è andato a vedere il piccolo Gabriel, ricoverato in “Neonatologia”, al noscomio “Paternò Arezzo”: ha detto che sta bene e oggi si è conclusa la terapia a cui era stato sottoposto, subito dopo la nascita. Il suo pensiero è anche per la piccola di 4 anni che continua a chiedere della madre e lui le ha detto di mandare un bacino in cielo dove la mamma la sta guardando.

I funerali e il rientro in Italia dei genitori di Alex sono stati finanziati da amici che hanno avviato una raccolta di fondi dal bar “Mokambo”, di Santa Croce Camerina, dove ha lavorato Ana.  Angelo Alabiso, il titolare, ha dichiarato, insieme con una dipendente, Stefania Di Martino, che i Bambarac erano degli amici, talmente uniti da essere come una famiglia e Alex questo lo sa: quando ci siamo incontrati questa mattina, tra il lutto, le indagini e la sofferenza, ci ha tenuto a ringraziare tutti coloro i quali sono vicini a lui e alla sua famiglia.

Viviana Sammito