migrantiE’ questa la foto della Libia di oggi. Il reporter messicano Narciso  Contreras, premio Pulitzer per il fotogiornalismo, ha immortalato l’immagine di un lager dove si consumano nei confronti dei migranti atrocità  degne dei peggiori campi di sterminio del XX secolo.

Medu, Medici per i diritti umani, ha raccolto diverse testimonianze negli ultimi mesi. Un 25enne del Camerun è stato ascoltato nell’hot spot di Pozzallo a luglio e ha raccontato l’inferno vissuto nelle connection house in Libia.

“La prima volta che sono partito in mare la guardia costiera libica ci ha intercettato e ci ha riportato a terra. Ci ha condotto in una prigione a Zawia che si chiama Ossama Prison…Quello che differenzia questa prigione dalle altre è il fatto che se si paga il riscatto si è sicuri che si verrà rilasciati, cosa non sempre vera per le altre prigioni. Avvengono infinite crudeltà e torture lì dentro ma finalizzate ad ottenere i soldi, non la violenza diffusa che si vede negli altri posti. Questa prigione viene monitorata da una commissione di europei una volta al mese. Durante la visita mensile le guardie fanno sparire tutti gli strumenti di tortura, le catene e aprono tutte le celle così che sembri un campo profughi piuttosto che una prigione. Poi quando la visita è finita tutto ricomincia come prima.”

Secondo i dati raccolti quest’anno dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani (MEDU) che a Roma ha prestato  assistenza ad oltre seicento migranti da poco sbarcati in Italia e provenienti dall’Africa subsahariana, l’85% ha subito in Libia  torture e trattamenti inumani e degradanti  e nello specifico il 79% è stato trattenuto/detenuto in luoghi sovraffollati ed in pessime condizioni igienico sanitarie, il 60% ha subito costanti deprivazioni di cibo, acqua e cure mediche, il 55% gravi e ripetute percosse e  percentuali inferiori ma comunque rilevanti stupri, ustioni,  falaka (percosse alle piante dei piedi), torture da sospensione, obbligo ad assistere alla tortura o all’uccisione di terzi e ancora altre efferatezze.

Medu ha anche rilevato che l’accordo italo-libico, sostenuto dall’Unione europea, sta producendo  i suoi primi effetti lasciando intrappolate  decine di migliaia di migranti subsahariani, e non solo, nel territorio del paese nordafricano. Nel mese di Luglio sono stati 11.322 i migranti sbarcati nei porti italiani; meno della metà rispetto al 2016 (23.552). E’ la prima volta nel 2017 che si registra un calo così drastico rispetto all’anno precedente. L’inversione di  tendenza di Luglio sembra essere confermata nei primi sette giorni di Agosto con un numero di migranti sbarcati (1.137) che è meno di un quinto rispetto a quello della stessa settimana dell’anno precedente (5.902).

Viviana Sammito