Frahorus

Cari amici lettori e cinefili, ben trovati! Rieccomi tornato con il mio consueto articolo settimanale, e non parlerò soltanto di libri ma anche di film. Per questo ho deciso di iniziare con un gigante della letteratura inglese e mondiale, John R. R. Tolkien. Buona lettura (e visione!).

  

LO HOBBIT

lo hobbit Il romanzo

 Lo Hobbit o la riconquista del tesoro (The Hobbit – There and Back Again, 1937) è un romanzo fantasy scritto dal celebre John R. R. Tolkien, professore britannico di filologia e linguistica conosciuto soprattutto per la trilogia fantasy de Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings, 1954-55), della quale questo romanzo è un prequel. È una delle opere fantasy più lette e apprezzate a livello mondiale, la quale è stata tradotta in almeno 42 lingue e dialetti. Vediamo brevemente la trama: un giorno lo stregone Gandalf il Grigio va a trovare lo hobbit della Contea Bilbo Baggins e gli propone di prendere parte ad un’avventura. Inizialmente Bilbo rifiuta perché vuole stare tranquillo a casa sua, ma ben presto si ritroverà la casa invasa da ben dodici nani capeggiati da Thorin Scudodiquercia e scoprirà che lo scopo del viaggio è quello di recuperare l’immenso tesoro appartenente ai nani e custodito nella Montagna Solitaria e sorvegliato nientepopodimenoche da un terribile drago, Smaug. Dopo una prima esitazione Bilbo accetta di unirsi al gruppo (anche perché i nani gli hanno promesso che, in caso di vittoria, una quattordicesima parte del tesoro spetterà a lui!) e da quel momento in poi vivrà la più grande avventura della sua semplice e monotona vita da hobbit: affronterà dei troll di montagna (dove rischiano tutti di essere cotti come spiedini), incontrerà Gollum e prenderà possesso del magico Anello (ogni volta che lo indossa al dito diventerà invisibile) mentre i suoi amici verranno catturati dai malvagi orchi delle Montagne Nebbiose, volerà con le Aquile, attraverserà il Bosco Altro (un luogo pieno di insidie) dove i suoi amici verranno catturati dagli Elfi Silvani, fino ad arrivare alla dimora del Drago.

Come ho già specificato all’inizio, questa avventura fantasy è il vero e proprio prequel de Il Signore degli Anelli, infatti qua scopriamo come Bilbo riesce ad ottenere l’Anello (protagonista importantissimo dell’opera successiva) dall’inquietante e viscido Gollum. Nonostante Tolkien abbia scritto quest’opera per un target davvero giovane, non è un semplice romanzo per ragazzi, ma una vera e propria avventura epica adatta anche per gli adulti. Ma è anche giusto precisare che c’è differenza tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli: qui la storia è incentrata su Bilbo e sulla Compagnia di cui fa parte e viene narrata a modo di fiaba “scanzonata” con tanto di morale finale, mentre la celebre Trilogia degli Anelli è un’opera più epica e corale (e decisamente più cupa). I punti di forza di questo prolifico e colto autore sono certamente le sue descrizioni accurate e il suo stile elegante e robusto, dove riesce ad alternare scene epiche con altre comiche. Con Lo Hobbit Tolkien ci fa entrare ufficialmente nella mitica Terra di Mezzo, il fantastico mondo che lui ha immaginato e che si potrebbe collocare in un nostro Medioevo storico, ricco di battaglie e di epiche gesta.

 Il film

 Il regista Peter Jackson, dopo aver diretto in maniera magistrale la trilogia de Il Signore degli Anelli (Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello [2001], Le due torri [2002] e Il ritorno del Re [2004]), ha firmato una seconda trilogia, stavolta ambientata ben sessant’anni prima delle avventure di Frodo e che segue le avventure di suo zio Bilbo ne Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato (The Hobbit – An Unexpected journey, 2012), che continuerà con altri due film in corso di lavorazione. La domanda nasce spontanea: perché dividere Lo Hobbit in tre parti, visto che, a differenza de Il Signore degli Anelli che erano tre libri questo è un’unica opera (e molto più breve)? Il regista stesso ha risposto che sono state inserite le appendici dei libri, quindi la storia rispetto al romanzo sarà ancora più completa e approfondita. Io stesso ho notato alcune differenze tra il libro e il film. Ve ne dirò solo un paio: nell’introduzione ritroviamo Frodo a casa di Bilbo anziano intento a scrivere il resoconto delle sue avventure, proprio come l’inizio de La Compagnia dell’Anello anzi ci accorgiamo un po’ prima, visto che vediamo Frodo uscire fuori dove poi incontrerà Gandalf. Nel libro non c’è nulla di ciò. Un’altra differenza è la caratterizzazione di Bilbo: mentre Tolkien ci presenta lo hobbit come un personaggio pigro e pacifico, Jackson ne fa un personaggio avventuroso e pieno di intuito e di sangue freddo, cosa giustificabile perché è il protagonista dell’intera trilogia.

Lo Hobbit, rispetto alla precedente Trilogia dell’Anello, è stato proiettato per la prima volta al doppio dei fotogrammi a cui siamo abituati, quarantotto invece dei ventiquattro standard. Il risultato è una maggiore fluidità e nitidezza dell’immagine (in ogni caso io ho preferito non vederlo in 3D).

Mi ha impressionato molto la scena della cena dei nani a casa di Bilbo, credo sia una delle scene più fedeli del romanzo, canzone inclusa! La scena invece più attesa dai fan dei precedenti film è stata sicuramente l’incontro tra Bilbo e Gollum, dove per potersi salvare il giovane lo hobbit deve rispondere esattamente agli indovinelli dell’altro hobbit ormai trasformato brutalmente dall’Anello del potere.

Da appassionato di Tolkien posso dire francamente che Jackson ha certamente fatto un ottimo lavoro con Lo Hobbit ma, ripeto, è quasi impossibile riuscire a superare l’epicità della precedente Trilogia dell’Anello. Ricordo che quando Tolkien scrisse Lo Hobbit lo fece per i suoi figli e la mitologia della Terra di Mezzo era ancora informe nella sua testa e, cosa non da meno, l’autore stesso non aveva ancora combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Egli, infatti, era un pacifista ed era già tornato dalle trincee della Prima Guerra Mondiale completamente cambiato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’autore odierà ogni tipo di totalitarismo, e in effetti Saruman incarna perfettamente il Male assoluto e senza giustificazioni, a differenza di Sauron che è più un simbolo dell’assenza di pace che una minaccia. Tutta questa tematica nel romanzo Lo Hobbit manca completamente: Bilbo, un semplice contadino, parte per un avventura fiabesca e piena di riferimenti a leggende del bosco che prendono vita, mentre per Jackson la Terra di Mezzo doveva già portare i segni di un guerra che ancora non era scoppiata (scoppierà infatti ne Il Signore degli Anelli).

In conclusione il primo film della Trilogia Hobbit non è male, ma purtroppo perde moltissimo in confronto alla precedente Trilogia dell’Anello. Attendiamo allora il secondo film Lo Hobbit – La desolazione di Smaug che uscirà fra due mesi, a dicembre, mentre per l’ultimo Lo Hobbit – Racconto di un ritorno  dovremmo aspettare il 14 luglio del 2014, nella speranza che Peter Jackson ci sorprenda!

 Francesco Camagna