Dal 2007 ad oggi un solo volo, quello inaugurale con l’allora Presidente del Consiglio D’Alema, poi solo parole.
A distanza di 5 anni, l’UE, giustamente, rivuole ciò che ha versato affinchè lo scalo prendesse il volo e cioè la somma di 20 milioni di €.
E’ quello che rivela oggi un articolo del noto giornale “La Stampa”; l’UE chiede la restituzione di 20 milioni di euro di fondi strutturali erogati per la costruzione dello scalo ragusano.

Si legge:

“Bruxelles è stata chiara: se l’aeroporto non apre entro quest’anno dovete restituire i soldi. L’Ue eroga i fondi (circa il 50%) per opere di interesse pubblico sulla base di piani precisi. Il progetto viene poi monitorato da Bruxelles. E’ ovvio che se non viene realizzato o il denaro sono utilizzati in modo non regolare, cioè diversamente da quanto pattuito, Bruxelles ha diritto a chiedere allo Stato membro di restituire i quattrini”.

Il mancato avvio dello scalo comisano è dovuto al mancato accordo tra l’Enac, ente di vigilanza per l’aviazione civile, e l’Enav, società che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo, come se non bastasse il Ministro Passera nello stabilire gli aeroporti strategici non ha inserito quello comisano nella lista, ciò significa che per andare avanti l’aeroporto, qualora prendesse il via, dovrebbe “autofinanziarsi” o al massimo chiedere aiuto agli enti locali.

Ancora una volta una struttura osannata all’inizio, diventa fonte di perdita per i siciliani, e non solo economica, direi pure che ci abbiamo rimesso la faccia, siamo riusciti a litigare persino sul nome da assegnare allo scalo, come se quello fosse il primo dei problemi da risolvere, e poi continue accuse tra Enac e Enav, scioperi della fame e proteste varie, tutto vano.

L’unico ad aver sfruttato la pista dell’aeroporto fino adesso è chi  ha fatto “volare” sulle pista i cavalli delle Ferrari, Sindaco Alfano in primis, almeno lui la pista l’ha battezzata.

Margaret Migliore