cani-chiarmaonte-gulfi-1Incolumità dei cittadini a rischio, condizioni igienico-sanitarie carenti e situazioni assolutamente poco trasparenti. Accade in contrada Bellomo, nel territorio di Chiaramonte Gulfi, dove un’abitazione privata è divenuta un “rifugio” per cani ma senza alcuna autorizzazione.

Circa 18 cani, alcuni dei quali, pare siano microchippati a nome del Comune di Chiaramonte Gulfi e allocati, non si capisce a che titolo e secondo quali condizioni, nella casa privata di un cittadino. Un ambiente domestico, la cui destinazione è appunto una casa privata che è stata nei fatti trasformata in un rifugio per cani randagi senza alcuna specifica autorizzazione e senza che probabilmente esistano le condizioni previste dalle normative vigenti.

La storia ci ricorda il “canile di Giglio di Pisciotto”, a Scicli, dove nel Marzo 2009 fu ucciso sbranato dai cani il piccolo bimbo modicano Giuseppe Brafa Misicoro e una turista rimase gravemente ferita.

La questione è al centro di un’interrogazione consiliare che è stata presentata dai consiglieri comunali Cristina Terlato e Giancarlo Gurrieri di “Liberiamo la città” con cui chiedono al sindaco Vito Fornaro tutti i chiarimenti del caso rispetto ad una vicenda che ha dell’assurdo e per certi versi anche dell’incredibile.

I cani sono lasciati liberi all’interno della proprietà privata recintata con una semplice rete metallica che in alcuni punti ha delle aperture.

cani-chiarmaonte-gulfi-2Gli animali utilizzano come ricovero la casa di abitazione disposta su due livelli ed altre strutture pertinenti l’unità abitativa. E proprio in questa contrada, appena qualche settimana fa, alcuni di questi cani sono riusciti ad oltrepassare la rete e hanno inseguito un anziano che abita vicino, facendolo spaventare così tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari, con elettrocardiogramma e visita medica, a causa del forte stress emotivo dovuto all’inseguimento da parte del branco di cani.

Sono tanti, troppi, i lati oscuri di questa vicenda. Tante domande che nell’interrogazione consiliare sono state poste al sindaco Fornaro e alla sua Amministrazione e su cui si attendono risposte dettagliate. I consiglieri Terlato e Gurrieri chiedono di sapere le motivazioni per le quali il Comune non sia ancora intervenuto per evitare i pericoli anche nei confronti dei cittadini residenti nella zona, come invece è finora accaduto. Inoltre mantenere i 18 cani all’interno di un’abitazione privata, e non in una struttura regolarmente autorizzata e adibita al ricovero degli animali, non è di certo una corretta soluzione della problematica.

Lo scorso dicembre sono state aggredite da un cane, in pieno centro storico, due bambine mentre andavano a scuola e perfino il comandante della Polizia Municipale.

Pare ci sia un altro aspetto che l’Amministrazione dovrà chiarire nell’interrogazione: si chiede infatti di comprendere quali siano i rapporti che intercorrono tra l’Amministrazione comunale e l’improvvisato rifugio cinofilo visto che l’ente non solo non è intervenuto adeguatamente, anche a tutela del benessere degli animali, ma a quanto pare è stata segnalata la presenza di un volontario che va a visitare i cani utilizzando un’automobile appartenente al Comune.