A Chiaramonte Gulfi un “canile” come quello di Pisciotto, a Scicli? Incolumità dei cittadini a rischio
- 31 Marzo 2017 - 12:42
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Incolumità dei cittadini a rischio, condizioni igienico-sanitarie carenti e situazioni assolutamente poco trasparenti. Accade in contrada Bellomo, nel territorio di Chiaramonte Gulfi, dove un’abitazione privata è divenuta un “rifugio” per cani ma senza alcuna autorizzazione.
Circa 18 cani, alcuni dei quali, pare siano microchippati a nome del Comune di Chiaramonte Gulfi e allocati, non si capisce a che titolo e secondo quali condizioni, nella casa privata di un cittadino. Un ambiente domestico, la cui destinazione è appunto una casa privata che è stata nei fatti trasformata in un rifugio per cani randagi senza alcuna specifica autorizzazione e senza che probabilmente esistano le condizioni previste dalle normative vigenti.
La storia ci ricorda il “canile di Giglio di Pisciotto”, a Scicli, dove nel Marzo 2009 fu ucciso sbranato dai cani il piccolo bimbo modicano Giuseppe Brafa Misicoro e una turista rimase gravemente ferita.
La questione è al centro di un’interrogazione consiliare che è stata presentata dai consiglieri comunali Cristina Terlato e Giancarlo Gurrieri di “Liberiamo la città” con cui chiedono al sindaco Vito Fornaro tutti i chiarimenti del caso rispetto ad una vicenda che ha dell’assurdo e per certi versi anche dell’incredibile.
I cani sono lasciati liberi all’interno della proprietà privata recintata con una semplice rete metallica che in alcuni punti ha delle aperture.
Gli animali utilizzano come ricovero la casa di abitazione disposta su due livelli ed altre strutture pertinenti l’unità abitativa. E proprio in questa contrada, appena qualche settimana fa, alcuni di questi cani sono riusciti ad oltrepassare la rete e hanno inseguito un anziano che abita vicino, facendolo spaventare così tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari, con elettrocardiogramma e visita medica, a causa del forte stress emotivo dovuto all’inseguimento da parte del branco di cani.
Sono tanti, troppi, i lati oscuri di questa vicenda. Tante domande che nell’interrogazione consiliare sono state poste al sindaco Fornaro e alla sua Amministrazione e su cui si attendono risposte dettagliate. I consiglieri Terlato e Gurrieri chiedono di sapere le motivazioni per le quali il Comune non sia ancora intervenuto per evitare i pericoli anche nei confronti dei cittadini residenti nella zona, come invece è finora accaduto. Inoltre mantenere i 18 cani all’interno di un’abitazione privata, e non in una struttura regolarmente autorizzata e adibita al ricovero degli animali, non è di certo una corretta soluzione della problematica.
Lo scorso dicembre sono state aggredite da un cane, in pieno centro storico, due bambine mentre andavano a scuola e perfino il comandante della Polizia Municipale.
Pare ci sia un altro aspetto che l’Amministrazione dovrà chiarire nell’interrogazione: si chiede infatti di comprendere quali siano i rapporti che intercorrono tra l’Amministrazione comunale e l’improvvisato rifugio cinofilo visto che l’ente non solo non è intervenuto adeguatamente, anche a tutela del benessere degli animali, ma a quanto pare è stata segnalata la presenza di un volontario che va a visitare i cani utilizzando un’automobile appartenente al Comune.