guglielmo ferro presidente 2

Ringrazio il Consiglio Comunale per l’onore concessomi di poter servire, con questa nuova responsabilità, la mia Città e i Miei Concittadini, cercherò in ogni modo di risultarne degno.

Io voglio farmi interprete dei sentimenti di un Consiglio Comunale, di un Comune, di una Città intera che con forza,  orgoglio e ostinazione rifiutano categoricamente di venire accostate a fenomeni di illegalità di qualsivoglia tipo e natura.

Al di là delle visioni contrastanti, della polemica talora aspra, esacerbata per certi versi, che si sono vissute in questi mesi dentro e fuori da questo palazzo, nessuno, né dentro quest’aula, né fuori di essa in verità, è stato mai sfiorato dalla idea che gli avversari fossero portatori di interessi di poteri criminali . Non lo crede, davvero, nemmeno chi ha cavalcato strumentalmente le tante mistificazioni che sono state sparse a iosa in questi mesi.

E’ chiaro che Scicli non è un’isola felice indenne da fenomeni criminali. Rispetto agli stessi nessuno ha intenzione di minimizzare, o di cavarsela con la magra consolazione che ci sono moltissimi posti dove le cose stanno anche peggio, o di pensare che rispetto agli stessi la parte sana della società o gli organi deputati possano abbassare la guardia . Ma noi siamo qui a significare, a urlare, con tutta la forza che abbiamo nei polmoni, che la Scicli che questo Consiglio vuol rappresentare e rappresenta è la Scicli vera, che è la Scicli del lavoro, è la Scicli della legalità, è la Scicli del sacrificio quotidiano per portare a casa l’onesto e duro pane per la famiglia, è la Scicli che di tutto ha bisogno tranne che del colpo di grazia  che le verrebbe dall’esser travolta da un marchio di infamia, che, fra l’altro, non merita neppure lontanamente.

La legalità quindi, se ieri era una cosa ovvia, da oggi, questo Consiglio deve adottarla quale bandiera, un filo conduttore che da queste sale dovrà dipanarsi, scendere in piazza, percorrere le strade della Città, raggiungere le scuole, le case, le aziende. La legalità dovremo promuoverla in prima persona, in ogni occasione che ci sarà possibile,  promuoverla attraverso azioni di diffusione culturale in collaborazione con le forze dell’ordine e con tutti quei soggetti portatori di valori di legalità, democrazia e solidarietà con cui avremo la fortuna di poter entrare in contatto.

In tal senso rivolgo un saluto particolare (è la prima volta che ho l’occasione di farlo in rappresentanza del Consiglio) alla Commissione Prefettizia, che ritengo essere il primo fra quei soggetti portatori di valori di legalità cui facevo riferimento. Voglio esprimere alla Commissione, e non mancherò di farlo personalmente, il senso di gratitudine e speranza che questo Consiglio nutre nei suoi riguardi, per il contributo di chiarezza e di consolidamento della legalità che certamente sortirà dal suo lavoro. Questo Consiglio non teme la Commissione, anzi, confida nel fatto che da essa possano promanare condizioni di crescita morale, utili per il prosieguo della attività di questo Consiglio e di arricchimento della cultura legale in questo Ente.

Non vi è democrazia senza legalità e a questo concetto io intendo rigidamente ispirare l’operato di questa presidenza. Per questo intendo adoprarmi come fattore di garanzia per tutte le parti del dibattito politico cittadino, dentro e fuori il Consiglio, a tutela di ogni forma di esercizio del controllo democratico da parte di tutte le espressioni della società cittadina.

Nell’accettare la carica di Presidente del Consiglio Comunale, dichiaro formalmente di rinunciare ad ogni emolumento previsto, fatti salvi i rimborsi di eventuali spese sostenute e documentate. Mi adopererò perché la rendicontazione di tali eventuali rimborsi, così come di altri aspetti salienti relativi ai costi complessivi della politica, vengano resi trasparenti e di pubblico dominio attraverso l’ausilio dei moderni canali informatici.

Colgo l’occasione per rammentare all’Amministrazione che, già da tempo, il Consiglio le ha dato mandato di finalizzare a scopi di carattere sociale i risparmi che il Comune consegue con la riduzione dei costi della politica. Le possibilità di intervento sono molteplici e i risparmi politici magari sono solo una goccia nel mare, ma intanto qualcosa si può tamponare. Ad esempio, stiamo vivendo il problema degli scuolabus: credo di non essere il solo a ravvisare l’importanza del fatto che i più giovani componenti della nostra comunità si sentano cittadini accettati ed integrati, piuttosto che sentirsi un problema che si può, al limite, anche lasciare a piedi.  E’ una questione di tenuta sociale in prospettiva, è una questione di diritto allo studio, è una questione di giustizia sociale, è una questione di civiltà.

Un’ultima parola sulla necessità di  modernizzare questa macchina comunale, magari proprio a partire dal Consiglio. Verificherò personalmente la possibilità, legalmente consentita, di superare procedure cognitive e notificatorie di stampo ottocentesco. I Consiglieri Comunali non costituiranno magari delle avanguardie, rispetto alla società che li esprime, ma certamente saranno almeno in linea con la medesima, e la società di oggi, come è noto, non è rimasta ai tempi dei piccioni viaggiatori.

Nella attuazione degli intendimenti sopra richiamati, che, immagino, da taluni potranno esser visti come dei “sacrifici”, mi auguro la collaborazione da parte di tutti, e invito tutti a riflettere sul fatto che rivestire un incarico pubblico è un impegno che discende comunque da un atto di libera volontà personale, nessuno ci ha obbligati, e, specie in un contesto di crisi, può  essere svolto nei termini di un dono alla propria comunità, se si vuole. Il fatto che, comunque, esso comporti una piccola dose di sacrificio personale, così come tutte le attività di volontariato, e credo che la politica sia, o almeno dovrebbe essere, una delle più alte forme di volontariato sociale, è una cosa assolutamente normale in un momento in cui tutti sono chiamati a fare dei sacrifici. Anzi è proprio la politica a indicare agli altri, ai lavoratori, alle famiglie, ai contribuenti, la strada dei sacrifici, e allora, il sacrificio in prima persona diviene il primo, anche se non unico, anche se non sufficiente, doveroso riscontro di credibilità, verso la nostra comunità.

Avrei terminato il mio discorso qui ma non posso assolutamente sottacere quanto sta accadendo in questi ultimi giorni in relazione all’apertura del centro di accoglienza da parte della Chiesa Evangelica. Assisto con grande preoccupazione ai fenomeni di insofferenza xenofoba suscitati ad arte da chi, più per vocazione strumentalizzatrice che per effettiva convinzione, è abile a pescare nella esasperazione degli strati più esposti alla crisi ed alla disinformazione. Le Istituzioni di un Paese democratico non possono, non debbono, assolutamente lasciar passare il messaggio che il dialogo, il confronto interculturale, l’integrazione e la solidarietà siano attività che rubano qualcosa ai nostri connazionali e non piuttosto un veicolo di superamento delle crisi, se non altro in vista della creazione di una società futura fatta di ponti e non di muri. E’ assolutamente necessario che da parte delle Istituzioni, si riaffermi chemanifestazioni di ostilità rabbiosa e di fanatica intolleranza non possono albergare in una Città come Scicli che in passato si è distinta per valori democratici di inclusività, laicità e rispetto. Da cittadino, da padre di famiglia, da essere umano, voglio lanciare da questo scranno istituzionale un messaggio a tutta la città: in questo tempo di grandi incertezze, i tetri fantasmi della paura e dell’odio, che soffocano le nostre coscienze, rischiano di sopraffarci. Le società umane più solide e prospere sono sempre state, e sono, quelle più tolleranti e più aperte, quelle invece dominate dalla sfiducia o dal timore verso il prossimo, dall’intolleranza, dalla paura, sono quelle che la storia dell’umanità ha visto reiteratamente e sistematicamente involversi e decadere, e uno dei termometri della decadenza è quasi sempre consistito nello scemare del livello di legalità .  Ora, lungi dal pensare di poter deviare il corso della storia, credo che sia nel potere e nel dovere di ciascuno di noi di proporci quali agenti di resistenza al processo di involuzione in atto. La migliore manifestazione esteriore, la più conducente, rispetto all’obiettivo di creare una società migliore, e l’unica che, in fondo, persone normali come noi hanno a disposizione, è quella di muoverci, in tutti gli ambiti in cui operiamo,  manifestando i valori positivi di cui siamo portatori: la solidarietà, l’accoglienza, la tolleranza, la compassione rispetto al creato, il valore del sacrificio, in un’unica parola …l’AMORE, quel grande sentimento del quale, se tutti non fossimo in qualche modo permeati, la vita non avrebbe alcun senso. Solo mettendo in gioco tutta la mitezza, la comprensione, la disponibilità umana, l’amore di cui siamo capaci, potremo uscire fuori da questa notte lunga, si,  ma non infinita.

Grazie ancora e un grande augurio di buon lavoro a tutti.

  Guglielmo Ferro