sbarco 11Cercano ogni tipo di escamotage per sottrarsi alle responsabilità previste per chi viola la legge italiana; in questo caso i libici, credendo in un gruppo compatto di soli gambiani avevano consigliato loro di fingere un incidente in mare con gli scafisti caduti e scomparsi tra le onde. La versione era del tutto inverosimile e grazie agli interrogatori incrociati degli scafisti e dei migranti passeggeri, sono stati raccolti gravi indizi di reità a carico di SAR Arfa nato in Gambia il 01.01.1992 e CISSE Lamin nato in Gambia il 09/05/1994. Gli scafisti sono stati interrogati ed hanno confessato.

Tutti e 2 sono ritenuti essere responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I fermati si sono resi responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia di 97 persone eludendo i controlli di frontiera, in quanto in modo preordinato chiedevano i soccorsi italiani mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri provenienti dal Gambia costretti a viaggiare a bordo di una fatiscente imbarcazione.

I FATTI

In data 17/10/2014 alle ore 12,30 (10,30 GMT) la motonave HISTRIA AZURE riceveva una chiamata dall’MRCC di Roma che le dava istruzioni per soccorrere un gommone in difficoltà. Alle ore 15,12 successive la motonave raggiungeva il natante ed iniziava il trasbordo che terminava alle ore 19,00, recuperando 99 migranti provenienti da Gambia. Sempre su disposizione dell’MRCC di Roma la nave dirigeva verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 14,30 circa del 18 c.m. in rada. Le successive operazioni di trasbordo su rimorchiatore e sbarco nella banchina del porto di Pozzallo terminavano alle ore 20,00 circa e tutti i migranti venivano condotti presso il C.P.S.A. all’interno dell’area portuale.

 ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

L’ufficio Ordine Pubblico continua a gestire gli sbarchi che giungono nella città di Pozzallo (RG)  dopo qualche giorno di sosta dall’ultimo evento. Gli uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico hanno atteso l’arrivo dei migranti gestendo le operazioni di sbarco senza alcun intoppo e permettendo di ospitare rapidamente i migranti al centro.

Alle operazioni partecipavano 20 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

La Polizia Scientifica ha completato le operazioni di fotosegnalmaneto dopo 6 ore dal loro arrivo, praticamente in tempi record, mediante l’installazione di 6 postazioni per il rilevamento delle impronte.

Nonostante la complessità delle operazioni, stante l’arrivo di un centinaio di migranti le procedure vengono rispettate e tutto va secondo disposizioni di legge.

LE INDAGINI

 Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza in tempi record, lavorando per 18 ore consecutive sin dai primi momenti dello sbarco sono riusciti a raccogliere elementi a carico degli scafisti, nonostante il tentativo di eludere le indagini.

Un gommone con 99 migranti tutti del Gambia e 2 scafisti sempre gambiani, questa la particolarità.

In questi casi, quando sono tutti originari dello stesso paese è difficile trovare dei testimoni in quanto temono sempre per la loro incolumità ed in particolar modo per quella dei loro familiari in terra natia.

Appena giunti in porto gli investigatori erano particolarmente preoccupati in quanto il comandante della nave che li aveva soccorsi aveva riferito agli uomini della Polizia Giudiziaria che i migranti asserivano di aver avuto un incidente in mare dovuto alle condizioni meteo e che tre di loro erano caduti senza più riemergere.

Inizialmente il racconto sembrava veritiero, considerato anche il numero dei migranti morti sulle coste ragusane negli ultimi mesi, ma poi, la cosa che è apparsa sin da subito strana, era che proprio gli scafisti erano quelli caduti in mare.

Certo una strana coincidenza che giusto gli scafisti cadevano in mare e gli altri no.

L’esperienza degli investigatori ha fatto si che i migranti venissero separati in gruppi, con inizio di alcuni interrogatori incrociati che dopo 3 ore permettevano di appurare che la storia dell’incidente in mare era stata del tutto inventata sotto la minaccia dei due scafisti ai quali era stato consigliato di fare così dai libici.

Dopo aver svelato il trucco, gli scafisti sono stati resi edotti della facoltà di non rispondere alle domane degli investigatori qualora sottoposti ad interrogatorio, ma entrambi hanno voluto rendere dichiarazioni, confessando tutto ciò che avevano commesso.

È stato appurato che i migranti erano partiti dalla Libia 20 ore prima di essere soccorsi e che stante le fatiscenti condizioni del gommone hanno rischiato la vita sin dai primi istanti della partenza, poiché potenzialmente in qualsiasi momento potevano cadere in mare ed andare giù considerato che non sanno nuotare.

La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta gli  autori di questo traffico di migranti, enorme businnes per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.

Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato quasi 40.000 dollari, 400 a migrante.

 LA CATTURA

 Le indagini condotte dagli investigatori durate più di 18 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

 BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 151 scafisti dalla Polizia Giudiziaria e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.