opedale chiuso“Alla fine ha vinto il passaggio ferroviario, dopo tante battaglie lui resta,  l’ospedale no….”. Queste le tristi parole scritte qualche giorno fa su un social network, da un operatore sanitario.

Dopo aver preso per buona la necessità di chiudere un reparto perché c’è una indagine in corso, viene anche normale chiedersi: “Ma chissà quanti medici sono indagati nei tanti ospedali italiani”?

Facendo una rapida ricerca si scopre che ci sono centinaia casi di medici, infermieri, ecc., denunciati da familiari a cui in Ospedale è morto un parente. Quindi risultano esserci medici indagati e nonostante ciò, continuano a svolgere il proprio lavoro e il reparto non viene chiuso. Ma allora perché a Scicli chiudono la Chirurgia? Per l’indagine o perché magari non ha senso ha tenere aperto l’Ospedale quando per un semplice esame ematochimico le provette devono andare a Modica, o quando per la lettura di un Elettrocardiogramma si aspetta il referto di Modica e nel frattempo il paziente ha tutto il tempo per lasciare la vita terrena?

Chiusa la Chirurgia di riflesso dovrebbe anche significare chiudere il Pronto Soccorso,  la legge è chiara: “Negli stabilimenti ospedalieri con reparti di chirurgia vengono mantenuti i presidi di emergenza-urgenza” (Pronto Soccorso nel caso di Scicli).

Ma allora vuoi vedere che la realtà è ben diversa da quello che è stato scritto e detto in questi giorni! E’ vero che c’è una indagine in corso su un presunto caso di malasanità, ma è anche vero che si tratta di un PRESUNTO caso.

Per capire meglio cosa sta succedendo dobbiamo fare un salto nel passato.

Dopo anni che la spesa sanitaria regionale era gestita in “allegria”, il Governo Cuffaro (UDC), per scongiurare le sanzioni previste dal Governo centrale per le Regioni che hanno sforato i limiti di spesa, nel 2003,  proponeva la vendita degli ospedali. Ciò non avvenne perché le proteste arrivate un po´ da tutte le parti lo costrinsero a fare retromarcia. Cuffaro doveva allora trovare a tutti i costi una soluzione per coprire un disavanzo nella sanità che toccava i due miliardi e mezzo di euro su una spesa sanitaria complessiva di sei miliardi e 126 milioni di euro. E così qualche anno dopo, appoggiato dalla maggioranza decise di sopprimere alcuni piccoli ospedali, tra cui quello di Scicli.

E così è stato. Chiusa  l’ortopedia, il fiore all’occhiello del “Busacca” a livello regionale, l’ostetricia, è scomparso pian piano anche il laboratorio analisi, il servizio di cardiologia, depotenziato il pronto soccorso e ora la chirurgia.

E’ di queste ore la notizia di un incontro tra il direttore generale e il Direttore Amministrativo dell’Asp, il sindaco di Scicli, Franco Susino, la senatrice Venerina Padua e l’onorevole Orazio Ragusa,  per discutere sulla situazione. Dall’incontro è emerso che: “si possono rassicurare i pazienti, che hanno ricevuto cure e le loro famiglie, nonché l’intera popolazione di Scicli, che, allo stato attuale, non sono note indagini della magistratura su ulteriori episodi di decesso, oltre a quello a cui la Direzione ha fatto riferimento. L’Azienda ha informato circa l’ intenzione di effettuare una revisione tecnica degli ambienti e delle apparecchiature della chirurgia di Scicli per verificare, in maniera indipendente, la loro congruità”.

Il direttore generale, Maurizio Aricò, incontrerà, “appena possibile”, il Procuratore Generale del Tribunale di Ragusa per discutere alcuni aspetti inerenti l’indagine in oggetto. Al termine di questa fase conoscitiva verrà valutata l’eventuale opportunità di una ripresa dell’attività chirurgica, comunque all’interno dei limiti di complessità già definiti.

Insomma frasi già sentite tipo: “le faremo sapere!”

Oramai non siamo nuovi a queste notizie, a questi incontri (a porte chiuse) tra politici e responsabili ASP, che servono solo a placare l’opinione dei cittadini. Qui la verità è una. Il “Busacca” deve chiudere, così è stato deciso e così sarà.

La prossima mossa? Presto anche il reparto di Medicina sarà chiuso, probabilmente appena il Dott. Bartolomeo Falla andrà in pensione.

E intanto per contenere i costi nella sanità nel padiglione H si continuano a spendere soldi, ristrutturazione e arredi nuovi. Ma a cosa serviranno? Soldi pubblici buttati al vento!