Distrutta dalle fiamme Itaparica a Marina di Modica, il noto lido stabilimento balneare, ex discoteca e ristorante intorno alle 22,45 di ieri.

Sono intervenute due squadre dal comando provinciale di Ragusa per ridurre al minimo i danni e soprattutto per evitare il propagarsi delle fiamme verso le villette, ubicate vicino ad Itaparica. Residenti della zona e anche altri cittadini che abitano nei pressi della frazione si sono accorti delle elevate fiamme ed è subito scattato l’allarme. Tanti anche i curiosi che sono accorsi filmando le terribili immagini delle fiamme che stavano portando via oltre allo stabilimento, un pezzo di storia.

L’ incendio ha coinvolto l’intera struttura, circa 2mila metri quadri.

Il lido,  abbandonato da almeno 10 anni, non aveva alcun  allacciamento alla rete elettrica: è certa  la matrice dolosa.   L’intervento dei vigili del fuoco si è concluso intorno alle 8.10 di questa mattina.

Le indagini sono della polizia. Sul posto anche la polizia locale e i carabinieri.

E’ una società modicana la proprietà di Itaparica, la “Portosalvo”, cui fa parte anche l’onorevole Nino Minardo.

Circolavano, negli anni passati, voci circa la destinazione d’uso del sito e cioè come villaggio-vacanze o addirittura la rinascita di Itaparica, o forse era stato solo il sogno dei siciliani.

Itaparica era la discoteca più ambita del Meridione, insieme con lo storico Koala Maxi.

E’ la quinta struttura incendiata in circa tre mesi dopo, in ordine, Pata Pata a Sampieri, Le Capannine a Pozzallo, il Pappafico a Sampieri e il Titanic a Paya Grande. Quest’ultimo, insieme con Itaparica, ormai in disuso.

LA CRONACA NERA DI ITAPARICA

Era il 20 dicembre 2004 quando fu rinvenuto il corpo senza vita del ventottenne ragusano Luca Firrincieli sul laghetto sotto Itaparica.Quella fu la notte che preannunciò la fine di un’epoca: nella discoteca andavano sempre meno persone. Il responsabile dell’omicidio fu ritenuto un buttafuori, Dino Scarnato, di Rosolini: così stabilì la Corte d’Assise di Siracusa al termine di una camera di consiglio durata quasi tre ore. L’ex buttafuori della discoteca Itaparica di Marina di Modica fu condannato a tredici anni di reclusione, uno in più rispetto alla richiesta fatta nella precedente udienza il pubblico ministero. Il corpo del muratore ragusano fu trovato privo di vita con il volto riverso nell’acqua del pantano di Via del Laghetto a Marina di Modica, nei pressi della discoteca Itaparica. L’odontotecnico fu arrestato il 27 dicembre 2004 dagli agenti del locale Commissariato e della Squadra Mobile di Ragusa che, per le indagini, si avvalsero dell’Unità per le Analisi Chimiche delle Indagini per episodi violenti della “Scientifica” giunta appositamente da Roma. L’uomo raccontò al Gip, nel corso dell’interrogatorio, di non avere mai conosciuto e di non avere avuto mai discussioni con il Firringieli. Fu successivamente scarcerato su decisione del Tribunale per il Riesame il quale ritenne lacunoso il quadro indiziario che sarebbe stato gravemente inficiato dall’attività investigativa. Secondo gli inquirenti, Firringieli avrebbe urinato davanti alla discoteca indispettendo il buttafuori che lo avrebbe rincorso fino alla zona sottostante il locale e lo avrebbe colpito con un colpo di karate alla nuca.

Viviana Sammito